I media professionali sono minacciati dall’avanzata dei social network, anche e soprattutto per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria e quindi la sopravvivenza economica dei mezzi informativi.
A dirlo è un rapporto Unesco che analizza le principali tendenze globali per quanto riguarda la libertà di espressione. “Google e Facebook raccolgono ormai circa la metà di tutta la spesa pubblicitaria digitale globale, mentre negli ultimi cinque anni, i ricavi pubblicitari dei giornali si sono dimezzati”, evidenzia l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Lo stesso diritto all’informazione risulta essere a rischio, conseguentemente.
Negli ultimi cinque anni, secondo lo studio, un percentuale sempre più ampia di pubblico si è trasferito sui social, anche per reperire informazioni. Questo ha fatto ovviamente perdere lettori ai giornali, di conseguenza sono diminuiti gli introiti pubblicitari, sempre più fagocitati dalle piattaforme online, come Google e Facebook.
La sovrapproduzione di contenuti ha creato anche una situazione di infodemia, in cui il lettore si perde e rischia di venire in contatto con contenuti falsi o dannosi. Tra l’altro, non bisogna dimenticare il ruolo dell’algoritmo e la selezione a monte che fa tra i miliardi di contenuti caricati online.
Questa situazione ha portato alla crescita smodata degli utenti dei social media, quasi raddoppiati da 2,3 miliardi nel 2016 a 4,2 miliardi nel 2021.
Durante la pandemia la situazione dell’informazione online è ulteriormente peggiorata: il calo dei ricavi pubblicitari ha portato alla perdita di posti di lavoro e alle chiusure delle redazioni. Conseguentemente è aumentato lo spazio per la disinformazione online e i social hanno rappresentato il terreno perfetto.
L’organizzazione delle Nazioni Unite invita quindi i governi a intervenire per tutelare i media indipendenti. Fondamentale sostenere la redditività economica dei mezzi di informazione e sviluppare l’alfabetizzazione mediatica e informativa.
I governi hanno la responsabilità di sensibilizzare e educare i cittadini a riconoscere tra le informazioni affidabili e verificate e non verificate. Nei confronti dei media, invece, le azioni da intraprendere comprendono il sostentamento della produzione di informazioni libere e pluralistiche.
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