Google trascura i controlli sulle fake news provenienti da siti non in lingua inglese.
È quanto emerso da un’inchiesta di ProPublica, un sito di inchieste americano. La lunga analisi dimostra come la piattaforma di gestione della pubblicità, Google Ads, effettui pochi controlli sui siti non inglesi che ospitano i propri banner.
Qual è la funzione di Google Ads?
Google Ads è un servizio offerto da Google ai siti online per ospitare inserzioni e ottenere ricavi. Tramite questa piattaforma, i siti possono posizionare sui propri spazi dei banner pubblicitari selezionati da Google. I banner inseriti sulle pagine web aiutano a raggiungere il target di utente desiderato. Questo è possibile in base al percorso di navigazione dell’utente stesso e attraverso il discusso utilizzo dei cookies.
Google Ads, negli ultimi anni, si è sforzato di non collocare le proprie inserzioni su siti che promuovono la disinformazione, evitando di generare eventuali introiti. Questo sforzo, però, si è concentrato principalmente su siti in lingua inglese.
Google e le fake news
ProPublica ha riportato che Google posiziona abitualmente inserzioni su siti in lingua francese, spagnola e tedesca che pubblicano notizie false. Il sito americano si è appoggiato al Poynter Institute’s International Fact-Checking Network per dimostrare che Google ha collocato pubblicità sul 41% degli 800 siti stimati dall’Istituto come diffusori di falsità online.
Secondo l’inchiesta, il motore di ricerca americano avrebbe aiutato a finanziare questi siti per un totale di 200 milioni di dollari, tramite i ricavi pubblicitari.
La replica di Google
“Abbiamo implementato le nostre misure per prevenire la cattiva informazione sulle nostre piattaforme […] e stiamo lavorando per promuovere queste misure in oltre 50 lingue” assicura il portavoce di Google, Michael Aciman, e aggiunge che “nel 2021 abbiamo rimosso inserzioni da più di 63mila siti attorno al globo. Sappiamo di avere ancora molto da fare e continueremo a investire in sistemi di prevenzione per proteggere i nostri utenti”.
Il motore di ricerca ha iniziato a controllare tutti i siti indicati da ProPublica come promotori di fake news e a rimuovere quelli in violazione con le proprie policy sui contenuti.
Articolo di Y.F.B.