La Direttiva europea sul diritto d’autore (Direttiva 2019/790/UE) è stata recepita anche nell’ordinamento italiano.
Nella giornata di oggi, infatti, arriva il sì del Parlamento. Il via libera definitivo è arrivato dal Senato, che ha approvato la legge di delegazione europea che contiene appunto la direttiva per la tutela del diritto d’autore e diritti connessi al mercato unico digitale.
Il contesto
Dalla nascita degli OTT, gli editori e gli autori finalmente vedranno riconosciuti (e remunerati, speriamo in tempi brevi) i propri diritti per le opere caricate sul web. Bisognerà attendere i decreti attuativi governativi per la definizione dei dettagli, i quali dovranno essere approvati entro il 7 giugno.
La norma è stata approvata il 15 aprile 2019 (in vigore dal 6 giugno) e gli Stati membri avevano esattamente due anni per il recepimento, infatti la deadline era fissata per il giugno 2021. In questo lungo periodo, la Direttiva Ue ha subìto delle modifiche, ma soprattutto si è vista la nascita di accordi tra editori e OTT. Il primo Paese Ue a recepirla fu la Francia nel luglio 2019.
La Direttiva Ue
La norma prevede la possibilità per gli editori di negoziare accordi con le piattaforme come Google o Facebook per farsi pagare l’utilizzo dei contenuti. La condivisione di qualsiasi contenuto da parte degli utenti non è a rischio di alcuna sanzione. La responsabilità, infatti, viene attribuita alle grandi piattaforme. Il testo europeo sanciva la libertà di pubblicare link o “estratti molto brevi” degli articoli online, purchè non incidessero sull’efficacia del nuovo diritto, sostituendo l’articolo originario.
In particolare, due sono gli articoli della normativa che tutelano il diritto d’autore online:
– l’articolo 15 tutela i giornalisti e i creatori di opere che devono ricevere il giusto compenso dagli editori, e gli Stati devono assicurarsene;
– l’articolo 17 sancisce che le piattaforme online debbano sempre ricevere un’autorizzazione alla pubblicazione rilasciata dal detentore dei diritti sul preciso contenuto.
Giornata storica
Sono diversi i commenti giunti dopo l’arrivo della notizia.