Nel primo semestre del 2020 a livello nazionale hanno chiuso 1.410 edicole che salgono a 2.027 se si includono anche i punti non esclusivi e la previsione di perderne un altro migliaio entro l’anno. Si è assistito in media a un calo del 30% con punte del 70%, si è mantenuta la drastica riduzione della vendita delle copie dei quotidiani (al giorno oggi sono un milione e 200mila contro i quasi 8 milioni di 15 anni fa) con una dinamica dei prezzi che risulta la più stagnante nel contesto europeo.
Questi i dati allarmanti presentati al Tavolo veneto della filiera editoriale, webinar organizzato con il Sindacato nazionale autonomo giornalai (SNAG) dalla Confcommercio del Veneto, a cui ha partecipato anche il sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria, Andrea Martella.
La fotografia del settore non è tra le più rosee mai scattate, ma il comparto plaude alle misure varate dal Governo, considerato “nei fatti un unicum. Mai le edicole avevano ricevuto così tanta attenzione. Mi sembra che le misure messe in campo siano notevoli e apprezzo che vi sia la consapevolezza dell’urgenza di interventi ulteriori”, ha commentato il presidente SNAG, Andrea Innocenti.
In ogni caso, i soggetti del settore rinnovano l’appello a potenziare le forme di sostegno all’intera filiera, ulteriormente colpita dalla crisi Covid-19.
Una filiera che non può esistere senza le edicole: “Se durante l’emergenza le edicole fossero state tutte chiuse, il settore sarebbe morto. Bisogna dire grazie al Governo che ci ha riconosciuto come servizio essenziale ma anche agli edicolanti che, a rischio della loro incolumità, hanno garantito ogni giorno il diritto all’informazione dei cittadini”, ha poi proseguito Innocenti. “Chiedo al Governo un potenziamento delle misure: mi riferisco a un bonus edicola anche per il 2021 e al rafforzamento del tax credit”. Gli edicolanti, durante il primo lockdown sono stati in prima linea, mettendo a rischio la loro salute hanno continuato ad assicurare il servizio anche nei mesi più critici sul fronte sanitario, rappresentando specie nei paesi più sperduti, l’unico presidio territoriale presente.
L’edicola, ha da sempre una valenza che va oltre quella di punto di rivendita esclusivo per l’informazione cartacea. È un punto di riferimento sociale che va accompagnato e sostenuto nel suo trasformarsi in punto servizi (pagamento ticket sanitari prenotazione visite mediche e altro), senza abbandonare la centralità della vendita della carta stampata. Questo sviluppo deve passare, quindi, per la trasformazione polifunzionale delle edicole, che deve essere però accompagnata da una trasformazione anche in senso digitale, con un’innovazione che riguardi anche il look, lo svecchiamento delle strutture stesse, per tornare ad avvicinare il cittadino, grazie all’offerta di vari servizi. “Serve sostenere lo sviluppo tecnologico e l’informatizzazione delle edicole con il recovery fund e sburocratizzare consentendo alle edicole di vendere altro (mantenendo sempre la diffusione della stampa come core business). Bisogna poi implementare anche una rete nazionale di servizi con la P.A. Servono poi contributi a fondo perduto per ristrutturare chioschi, negozi e arredi”, ha proseguito poi il presidente SNAG.
Innocenti ha poi posto l’accento sulla politica di prezzo dei giornali italiani ritenuta dal presidente SNAG “eccessivamente aggressiva”. Infatti, “in Italia i prezzi medi dei quotidiani e periodici negli ultimi anni sono aumentanti del 25% mentre in Germania gli aumenti sono stati del 55% e in Inghilterra del 65%?”.