Il neosottosegretario all’Editoria torna a parlare del nuovo incarico, esponendo chiaramente le proprie posizioni che a breve si confronteranno con quelle dei principali soggetti del settore, con cui Giuseppe Moles inizierà i colloqui proprio in settimana.
“Sono un liberale e sono convinto che l’editoria, la comunicazione e la buona e corretta informazione siano i pilastri di una vera democrazia liberale. Questo significa che debbono essere tutelate, agevolate e supportate anche all’interno del libero mercato”, così iniziata l’intervista a Libero di Moles. Che su un punto è deciso: l’editoria va salvata dalla crisi e il pluralismo, principio sancito dalla nostra costituzione, va tutelato a tutti i costi.
Ma per farlo, occorre conoscere approfonditamente la situazione di cambiamento che il settore sta affrontando: “Il mutamento del sistema editoriale, della comunicazione e dell’informazione, è un processo irreversibile, ma necessita di una serie di regole”, dice Moles. “Non regole di tipo statalista, ma capaci, invece, di porre rimedio a storture e posizioni dominanti che alterano il sistema ed il mercato, tanto da determinare differenze eccessive anche tra diversi Paesi. Il mio primo compito istituzionale è quello di accompagnare la transizione dell’intero comparto editoriale verso nuovi scenari, senza penalizzare i lavoratori del settore, perché l’editoria non è solo informazione e comunicazione, è anche posti di lavoro”.
Ecco perché il neosottosegretario ribadische che “a maggior ragione in un momento come questo, nessuna azienda deve rimanere indietro: penalizzarne alcune, siano le testate locali o quelle diocesane o Radio Radicale, significa colpire il pluralismo”.
Poi ha proseguito: “Ho molto apprezzato l’appello (bipartisan e controfirmato da tutti i partiti rappresentati in Parlamento, ndr) col quale si chiede al governo che il Piano di ripresa e resilienza aumenti i fondi a disposizione dell’editoria e il fatto che sia bipartisan. Significa che tutte le forze politiche sono consapevoli di quanto sia importante questo settore. Conferma che un esecutivo di unità nazionale non può prescindere dallo stanziare risorse a sostegno dell’intero comparto dell’editoria e della comunicazione”.
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