Risanamento INPGI, transizione digitale e turnover generazionale: i progetti per l’editoria nel 2021

Sul finire dell’anno si tirano sempre le somme di quello che è stato fatto ma soprattutto di quello che si ha in programma per il nuovo anno e per l’editoria ed il mondo del giornalismo in generale, di cose da fare ce ne sono davvero molte. 

Da dove cominciare quindi? Intanto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenutasi nella giornata di ieri, ha toccato il tema INPGI e sistema previdenziale giornalistico: “Sull’equo compenso Martella ha riattivato la Commissione. È una questione molto complicata: complici anche le difficoltà dello scenario macroeconomico, purtroppo si sta diffondendo sempre di più il precariato. Questo si ricollega alle tensioni finanziarie dell’INPGI di cui conosciamo i problemi. Possiamo auspicare che si allarghi la base della platea contributiva ai comunicatori e si riesca a costruire un equilibrio finanziario che consenta all’INPGI di camminare con le gambe proprie. Dobbiamo lavorare insieme”, conclude poi. 

La Presidente dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani, Marina Macelloni, commentando le parole pronunciate dal premier, ha spiegato che secondo lei “l’allargamento della platea è la strada maestra per far camminare l’INPGI con le proprie gambe. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ringrazio per l’attenzione che dimostra nei confronti dell’Istituto di Previdenza dei giornalisti, ha confermato anche oggi, come già un anno fa, la validità del percorso individuato e portato avanti dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto. Un percorso che andrà concluso all’interno del tavolo istituito proprio dalla Presidenza del Consiglio e che non prevede alcuna forma di aiuto pubblico”. Poi ha proseguito: “Abbiamo sempre sostenuto e rivendicato con orgoglio che l’autonomia dell’INPGI è l’unica strada per garantire pensioni e tutele dei giornalisti italiani. Non ci sono scorciatoie: una previdenza sana si costruisce solo partendo dalla qualità e stabilità del lavoro, da compensi equi e da un tessuto industriale solido. L’auspicio è che, come ha sottolineato lo stesso Conte, si possa “lavorare insieme” per raggiungere questo obiettivo”.

Intanto, nel mondo dell’editoria italiano, si prosegue con il progetto per la transizione in digitale di tutto il comparto. È in bozza il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dedicato all’Editoria 5.0, nell’ambito del programma Next Generation Eu: 220 milioni per transizione digitale e competitività

Il programma dovrebbe prevedere l’estensione e l’adattamento al comparto dell’editoria di misure esistenti (Transizione 4.0, credito d’imposta per spese in pubblicità e servizi digitali) e incentivi mirati al turnover generazionale e all’assunzione di giovani con competenze digitali. Inoltre sarebbero state messe nel Piano delle iniziative per lo stimolo della domanda (erogazione alle famiglie a basso reddito di contributi/voucher per l’acquisto di device e di abbonamenti a giornali e periodici).

I target fissati al 2024 sono: n. 2.000 imprese della filiera editoriale della stampa ammesse agli incentivi per la trasformazione digitale; n. 800 nuovi specialisti Ict impiegati nelle imprese operanti nel settore dell’informazione e dell’editoria; n. 1,4 milioni di famiglie a basso reddito destinatarie di contributo/voucher per acquisto abbonamenti a giornali.