Il Censis, istituto italiano di ricerca socio-economica, ha pubblicato il 19esimo Rapporto sulla comunicazione intitolato “Il vero e il falso”. Il report indaga, oltre ai media preferiti dagli italiani, il sentimento generale sul tema del deepfake e la sua correlazione con l’Intelligenza Artificiale.
In generale, tutti i media analizzati dal rapporto Censis riportano il segno positivo. L’unico mezzo di comunicazione che continua a mostrare una forte flessione è la stampa.
La crisi perenne della carta stampata non accenna, infatti, a diminuire. Il numero delle copie vendute nelle edicole è sempre minore e si attesta anche una leggera contrazione delle copie digitali.
Nel 2007, i cartacei erano venduti al 67,0% degli italiani, mentre nel 2023 la percentuale si contrae fino ad arrivare al 22,0%. Stiamo parlando di un calo del -3,4% annuo e del -45,0% in 15 anni.
I lettori dei settimanali e dei mensili mostrano una flessione rispettivamente del -1,7% e del -2,8% in un anno. I lettori dei quotidiani online, invece, raggiungono quota 30,5% (-2,5% rispetto al 2022). Stabili i lettori di siti di informazione online che rimangono il 58,1% come l’anno precedente (ma in crescita rispetto al 2011 del +21,6%).
Internet continua ad essere il canale di informazione preferito dagli italiani. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un +1,1% di utenza attiva, con una percentuale totale dell’89,1%. Quasi tutti questi utenti usano lo smartphone (88,2%) e social network (82,0%) e la maggior parte di essi sono giovani tra i 14 e 29 anni.
Il Censis ha esaminato anche i consumi degli italiani e i loro acquisti. Nonostante il calo generale dei consumi (-2,3% dal 2008), la spesa per gli apparecchi digitali si è moltiplicata. Un vero e proprio boom rispetto a 15 anni fa: un mercato che cresce del +727,9% dal 2008, per un valore totale che arriva oltre gli 8,7 miliardi di euro.
Tra i temi più di interesse per il Censis troviamo anche l’Intelligenza Artificiale. Il report ha studiato il sentiment degli italiani verso l’IA ed emerge una diffusa incertezza per il lavoro del futuro.
Non mancano, tuttavia, gli ottimisti, che trovano nell’IA una spinta verso una società digitale e tecnologica. Inoltre, il 73,2% di loro pensa che questo nuovo strumento non potrà mai sviluppare una intelligenza autonoma come quella umana e che, quindi, la società rimarrà di stampo antropocentrico.
Gli allarmisti (circa il 60%) ritengono invece che non si riuscirà più a distinguere tra il vero e il falso e che l’IA segnerà la fine della privacy dei cittadini.
Articolo di T.S.
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