L’ex product manager di Facebook, Frances Haugen, nei giorni scorsi ha deposto davanti a una commissione del Senato Usa accusando il colosso dei social di privilegiare i contenuti divisivi e polarizzanti, perché, suscitando un maggior ‘engagement’, consentono di aumentare i ricavi. Per questo motivo, il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, e la vice presidente della Commissione Vera Jourova l’hanno incontrata in videoconferenza per chiarire la posizione dell’Ue in merito alle dichiarazioni dell’ex manager di FB.
Nel corso di un’intervista alla CBS, Haugen ha rivelato di essere la whistleblower di una serie di inchieste su Facebook pubblicate dal Wall Street Journal. Le inchieste hanno rivelato come il social network avrebbe privilegiato i profitti alla lotta contro la disinformazione e sarebbe stato a conoscenza dei potenziali effetti negativi che questa scelta avrebbe avuto sulla salute mentale delle persone.
“Grazie Frances per il tuo coraggio, conferma l’importanza e l’urgenza di contenere Big Tech”, ha scritto Breton dopo l’incontro.
“Il DSA (Digital Service Act, che verrà definitivamente approvato nella primavera 2022, ndr) porterà regole chiare e costituirà un benchmark molto elevato, definendo chiare responsabilità e proteggendo gli utenti. La regolazione delle piattaforme on line è anche uno dei focus dei tavoli di lavoro decisi dal Trade and Technology Council”, ha sottolineato un portavoce della Commissione europea.
Per poi proseguire: “Il ruolo dei grandi social network deve essere soggetto a regole validate democraticamente, in particolare per quanto riguarda la trasparenza e l’accountability. Queste questioni sono di capitale importanza nello spazio digitale per gli europei e sono al cuore del Digital Services Act (Dsa), che abbiamo presentato nel dicembre 2020 per regolare l’attività di piattaforme come Facebook e le loro prassi di regolazione dei contenuti”.
Il pacchetto europeo per la regolamentazione del mondo digitale è stato presentato nel dicembre 2020, doveva essere approvato entro 12 mesi, ma la discussione definitiva in Pe è stata rimandata alla primavera 2022. Nel frattempo gli eurodeputati hanno presentato più di 3000 emendamenti al testo.
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