“Le nuove tecnologie mai e poi mai possono far sì che si distruggano i valori della democrazia. Anche in Europa i social media fanno da altoparlante alle correnti di odio, avvelenando la democrazia”. A dirlo è stata la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo ‘special address’ alla Davos Agenda 2021.
Ecco perché, secondo von der Leyen, l’Ue ha il compito di “contenere il potere immenso delle grandi compagnie digitali. Significa che ciò che è illegale offline dev’esserlo anche online. Vogliamo che le piattaforme digitali siano trasparenti sugli algoritmi e sia definita chiaramente la loro responsabilità su come selezionano e diffondono contenuti”. E questo è il punto cruciale su cui sta lavorando l’Ue con il Digital Service Act (DSA) e la presidente invita anche “i nostri amici negli Usa a partecipare a questa iniziativa”. Infatti, sostiene la leader della Commissione Ue, “insieme potremmo creare un regolamento sull’economia digitale valido in tutto il mondo: dalla protezione dei dati e della privacy alla sicurezza dell’infrastruttura tecnica”. L’intenzione è dare vita a “un insieme di regole basate sui nostri valori: diritti umani e pluralismo, inclusione e tutela della privacy. È nel campo digitale che l’Europa ha così tanto da offrire al nuovo governo di Washington”, ha insistito von der Leyen, secondo la quale “il percorso intrapreso in Europa (DSA e DMA, ndr) può essere un esempio di approcci a livello internazionale”.
E ancora, in riferimento al DSA e al DMA (Digital Market Act): “vogliamo che sia definito chiaramente che le piattaforme online assumano la responsabilità di come disseminano, promuovono e rimuovono contenuti”. Poi prosegue sulle decisioni di Twitter dopo i disordini di Capitol Hiil: “Non importa quanto allettante sia stato per Twitter chiudere l’account del presidente Trump, una così seria interferenza con la libertà d’espressione non può basarsi solo sulle regole interne di un’azienda”.
Intanto, l’iter prosegue e il Parlamento europeo ha dato il via libera alla richiesta della commissione Economica di convocare gli amministratori delegati di Google, Apple, Facebook e Amazon per un’audizione il 1° febbraio.