Unione Europea

Ue, DSA: costruttivo il secondo round di negoziati

Secondo round anche per il Digital Service Act, discusso durante il trilogo dello scorso 15 febbraio, a Strasburgo.

Il testo europeo in questione ha come scopo quello di imporre agli Over The Top (OTT) una maggiore responsabilità sul controllo dei contenuti. Fa parte del pacchetto sul digitale insieme al Digital Markets Act che invece si avvia verso il terzo round (1° marzo prossimo).

L’ultimo trilogo sul DSA

A detta dei presenti, il Commissario Ue al mercato interno, Thierry Breton, per la Commissione Ue, la presidente della Commissione del Mercato Interno del Parlamento europeo, Anna Cavazzini, e ​​il ministro francese per il digitale, Cédric O, l’ultimo trilogo sul DSA è stato un incontro positivo che si avvia a definire gli strumenti necessario a raggiungere l’obiettivo.

“Ci siamo riuniti con spirito costruttivo. Vogliamo procedere velocemente più importante ancora è andare a fondo”, ha commentato Cavazzini. L’obiettivo, secondo il ministro Cédric O, è “comune: vigilare meglio sui colossi digitali e tutelare meglio consumatori e cittadini”. 

Inoltre, Breton avrebbe rassicurato che Bruxelles è pronta a ritenere le Big Tech responsabili e inizierà a esaminare il budget e il personale necessari per agire. 

L’appuntamento per il terzo round sul DSA è stato fissato per il 15 marzo prossimo.

Il DSA

Ricordiamo anche il Digital Service Act nasce con lo scopo di garantire più sicurezza agli utenti, anche tramite l’accesso ai dati personali trattati dai fornitori dei servizi in caso di attività illegali online.

Ha l’obiettivo, inoltre, di rivedere il regime di responsabilità previsto dalla direttiva sul commercio elettronico in relazione ai servizi digitali, affrontare le problematiche associate al ruolo di “gatekeeper” delle piattaforme digitali e rivalutare i concetti di “potere gatekeeper” e “potere di mercato”.

Altri scopi sono quelli di garantire una maggiore trasparenza in materia di advertising online e smart contracts, di tutelare la situazione dei lavoratori delle piattaforme online e di individuare quale struttura di governance potrebbe essere richiesta per completare il mercato unico dei servizi digitali e come i regulators potrebbero lavorare in modo più efficace.

Irene Vitale

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