Secondo alcune indiscrezioni, riportate da ItaliaOggi, Google starebbe trattando con diversi editori italiani, sia piccoli che grandi, per la remunerazione dei loro contenuti informativi online diffusi sul motore di ricerca.
Le interlocuzioni sono probabilmente iniziate già dalla fine del 2020 e l’arrivo di Google News Showcase dovrebbe essere prossimo anche nel nostro Paese. Ricordiamo che questo strumento permetterebbe agli stessi giornali, nei loro spazi, di scegliere gli articoli da proporre, curandone per intero la pubblicazione e ricevendo un compenso da Google per il servizio offerto.
Il progetto, quindi, coinvolgerebbe editori grandi, medi e piccoli e la sua riuscita dipenderebbe proprio da questo, ovvero raggiungere un certo numero di aderenti. Sicuramente in Italia non andrà come in Francia, ovvero non si verrà a creare una federazione di editori (Apig nel Paese d’Oltralpe) che possa muoversi di comune accordo per le trattative con il colosso americano.
Per le cifre degli accordi bisognerà aspettare, la cosa certa è che dipenderanno senza ombra di dubbio dalla forza contrattuale delle parti.
Negli ultimi due anni il tema della remunerazione dei contenuti online è diventato centrale nel mondo dell’editoria, a livello globale. La Francia ha fatto in assoluto da apripista, seppur in modo non del tutto unitario: infatti, recependo per prima la direttiva Ue sul copyright nel 2019 (l’Italia dovrà farlo entro il giugno prossimo, data di scadenza per il recepimento), ha potuto sin da subito entrare in contrattazione con i giganti del web per far ottenere agli editori il compenso che gli spettava ma, per giungere ad un accordo definitivo, è dovuta intervenire l’Antitrust che ha fermamente messo fine al contenzioso, obbligando Google a siglare un accordo con Apig, creando così un precedente europeo.
Nelle ultime settimane, poi, si è seguita molto la vicenda australiana e del suo News Media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code. Proposto quasi un anno fa, questo codice di condotta vincolante per le piattaforme, è stato fortemente osteggiato da Google e Facebook, ma poi, la legge che garantisce che i mezzi di informazione siano adeguatamente remunerati per i contenuti che generano, è stata approvata la scorsa settimana, non senza degli emendamenti che hanno mitigato la prima versione per venire incontro alle richieste dei due big.
Anche l’Ue si sta muovendo in questa direzione con le proposte contenute nel Digital Service Act, normativa che prevede una maggiore responsabilità per i contenuti online presenti sulle piattaforme dei big, ma è di pochi giorni fa la notizia che l’iter per l’approvazione definitiva dovrebbe concludersi al Parlamento europeo nel dicembre 2021.
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