Tra gli argomenti più importanti di questo caldissimo luglio 2022, sicuramente la crisi di Governo viene al primo posto, non solo per le ovvie conseguenze generali sullo stato di salute del nostro Paese, ma anche per le conseguenze che direttamente potrebbero riguardare il settore dell’editoria.
È di ieri un articolo apparso su Primaonline.it, che avverte tutti noi sul rischio che, in caso di scioglimento del Parlamento, possa determinarsi la perdita di tutto ciò che il sottosegretario Moles ha cercato di costruire a sostegno del settore editoriale e delle agenzie di stampa.
In pratica, “rimarrebbero al palo” le risorse, stimate in 90 milioni per quest’anno e 140 per il 2023, del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno. Si fermerebbe anche la nuova normativa per le agenzie di stampa, che consentirebbe di evitare quella che viene definita “la infausta gara”.
Personalmente lo ritengo un motivo in più per augurarmi che il Governo a guida Draghi vada avanti nel suo lavoro, al di là di ogni ragione, sulla quale non mi permetto di intervenire, che ha determinato lo strappo del Movimento 5 Stelle. Rispetto per tutti, anche perché se non si comincia così il rischio è di vedere minate le fondamenta stesse della democrazia.
Su un livello più basso, dal punto di vista dell’importanza, ma di rilievo per il nostro settore, è la fine prossima della consultazione pubblica promossa da AGCOM sullo Schema di Regolamento per l’equo compenso agli editori per l’utilizzo dei contenuti da parte degli OTT e delle società di rassegne stampa.
In merito, l’aspetto che trovo più importante è l’intelligente apertura di AGCOM innanzitutto al continuo monitoraggio della Regolamentazione, in corso d’opera (AIR, Analisi Impatto Regolamentazione) e soprattutto alla possibilità di modificare il Regolamento successivamente alla sua emanazione sulla scorta dei rilievi che arriveranno dalle parti e di quelle che tecnicamente vengono definite nuove “emergenze”. In pratica, la presa d’atto dell’impossibilità di delineare un quadro completo e definitivo di un settore così nuovo da necessitare, ovviamente, di un monitoraggio continuo.
Sarà lunga, fidatevi.
L’ultima notizia riguarda le vicende di Google con le Autorità antitrust.
Accordi, spacchettamenti, concessioni concrete e non. In pratica, tentativi di accordo che finora non hanno portato alcun risultato. Il problema è enorme perché, come tutti sanno ormai, Google si identifica con internet. Qualche anno fa Umberto Eco descriveva la possibilità di realizzare una mappa dell’impero in scala uno a uno (1/1), ma questo è solo un pensiero con cui chiudo questo articolo, sempre nell’attesa che qualcuno, in un senso o nell’altro, decida.