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Pubblicità: il 2020 potrebbe essere l’anno del sorpasso del web sulla tv

Già alcuni mesi del 2019 avevano fatto presagire un sorpasso della raccolta pubblicitaria online a danno di quella televisiva. Il 2020, però, sta definitivamente confermando questo trend, anche se per incoronarlo “anno del sorpasso” bisognerà aspettare i dati di dicembre (che verranno diffusi verso la metà di febbraio). 

Sarebbe la prima volta nella storia della pubblicità ed il sorpasso, già visibile nel mese di novembre, secondo gli ultimi dati Nielsen disponibili, ammonterebbe circa a dieci milioni di euro. 

La TV, da sempre regina del mercato, perderebbe così il primo posto, seppur con poco scarto. Effettivamente, Nielsen conteggia anche i ricavi pubblicitari degli OTT (Facebook, Google, Amazon, Twitter), anche se solo stimati e non certificati, non essendo chiaramente dichiarati a monte. Ma, in ogni caso, il 2020 ci ha mostrato il peso crescente del web negli investimenti pubblicitari, che quindi continua la sua costante e imperterrita salita. 

Passando ai numeri, il web totalizza nei primi undici mesi dell’anno una raccolta pubblicitaria di 2,89 miliardi di euro, mentre la Tv nello stesso periodo si ferma a 2,88 miliardi. Differenza minima che diventa importante se si guarda al confronto con l’anno precedente

Nel 2019 il digital (comprensivo dei colossi del web) aveva chiuso l’anno a quota 3,3 miliardi di euro a fronte di 3,6 miliardi per la Tv (300 milioni in più). Negli 11 mesi del 2020, quindi, sui 6,9 miliardi totali di raccolta (comprensiva anche di OTT), il 42% è appannaggio del web, il 41% della Tv, l’8% della carta stampata e il 4% della radio. Nel 2019 la Tv era al 41% degli 8,8 miliardi di raccolta complessiva; il digital allargato a Google e Facebook al 38%; la carta stampata al 10%; la radio al 5%. 

Quanto ai trend, a gennaio-novembre al -11,6% della Tv fa fronte il -3,5% del digital. 

Matteo Cardani, presidente Fcp-Assotv, ha commentato: “Se uno mi chiede se sono preoccupato, rispondo di no. È uno scenario già considerato. A nostro avviso quel che va delineandosi è un maggior bipolarismo, con una complementarietà fra i due mezzi visto che il web si rivolge molto a una fascia di investimenti piccoli e medi che non accedono al mezzo Tv”. Poi prosegue specificando: “Certo a me piacerebbe che si giocasse su un level playing field. Il mercato televisivo è perfettamente tracciabile. Così non è per gli Ott di cui non sappiamo nulla se non stime da parte di Nielsen”.

Irene Vitale

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