Mercato pubblicitario, Nielsen: a novembre calo del -0,9%, chiusura anno a -12%

Anche se ancora con segno negativo, prosegue la lenta ma inesorabile ripresa del mercato pubblicitario in Italia. Il mese di novembre registra un decremento del -0,9% rispetto a novembre 2019 portando il calo del periodo cumulato gennaio – novembre a -12,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. 

A ottobre il calo era del singolo mese era del -2,3% e l’andamento del periodo gennaio-ottobre si attestava intorno al -14%, quindi l’undicesimo mese dell’anno registra comunque un miglioramento della pubblicità.

Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT), l’andamento nei primi 11 mesi si attesta a -17%. Ad ottobre era del -18,7%. 

“Novembre conferma il trend degli ultimi mesi ed è caratterizzato da due velocità sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta” – ha dichiarato Alberto Dal Sasso, AIS managing director di Nielsen. “Il mercato a novembre perde 8 milioni rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma i settori che, invece, sono cresciuti hanno aumentato l’investimento del 15,6%, segno che anche l’adverstising risente della polarizzazione analoga a quella che il COVID-19 ha creato nei consumi”.

Il trend dei mezzi risulta essere negativo per tutti, tranne per tv e web advertising che chiudono in crescita.

Guardando in particolare all’andamento della stampa, il trend negativo non dà segni di ripresa: a novembre i quotidiani calano del -15,8% e i periodici del -26,3% e nel periodo gennaio-novembre la perdita è rispettivamente del -18,3% e del -38%. 

Passando all’online, invece, a novembre la raccolta dell’intero universo del web advertising, comprendente search, social, classified (annunci sponsorizzati) e i cosiddetti “Over The Top” (OTT), segna una crescita del +8,7% e porta la perdita del periodo cumulato a -3,5%. 

“Se, come ormai possiamo prevedere, la chiusura ruotasse intorno ad a -11-12%”, ha aggiunto Dal Sasso, “potremmo allora dire di avere limitato i danni: l’ultima crisi finanziaria (2011-2012) aveva portato un decremento del mercato pubblicitario del 16,6%, certamente con conseguenze non comparabili con quanto stiamo vivendo oggi”