Pirateria in forte calo in Unione europea nel 2020. È l’ultimo dato riportato da un rapporto dell’Ufficio dell’Ue per la proprietà intellettuale (Euipo – European Union Intellectual Property Office) sulla violazione del diritto d’autore online in Ue e nel Regno Unito dal 2017 al 2020.
Nel 2020, anno pandemico, dopo un iniziale aumento, la pirateria online è diminuita del 34% rispetto all’anno precedente.
In particolare, nell’arco di tempo osservato, l’accesso a contenuti che violano il diritto d’autore online si è dimezzato. Ma non in tutti Paesi Ue la situazione è la stessa. Nel 2020 l’utente medio di internet nell’Ue ha effettuato l’accesso a contenuti che violano il diritto d’autore 5,9 volte al mese.
Ma molti Paesi sono al di sotto della media europea, tra questi anche l’Italia con una frequenza di accesso a contenuti piratati pari a 5,5 volte al mese. Gli altri sono Austria, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Regno Unito.
Primi fra tutti reddito e disuguaglianza. Infatti sarebbero proprio i fattori socioeconomici ad avere il maggiore impatto sul consumo di contenuti piratati.
Nei Paesi con livelli di reddito e disuguaglianza simili, la pirateria tende a essere più elevata in quelli in cui una percentuale maggiore del pubblico considera la pirateria un’opzione accettabile se non è disponibile un’offerta legale.
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