Parliamo di sviluppo tecnologico e, come sappiamo, non c’è settore più dipendente dalla tecnologia di quello dell’informazione in generale. In realtà bisognerebbe anche parlare della mentalità (del cambiamento di mentalità progressivo) dei redattori dei giornali. Il giornalismo vero e proprio nasce In Italia, come sempre in ritardo rispetto ai Paesi occidentali, quando i cosiddetti intellettuali abbandonano le redazioni e lasciano il posto ai cronisti che cominciano a fare vero giornalismo, cioè a raccontare i fatti.
Si passa da un giornalismo di formazione a un giornalismo di informazione, quindi a vedere un giornale non più come un modo diverso di pubblicare libri. Detto questo, e mi sembra un’annotazione importante sulla quale dovremo riflettere ancora, lo sviluppo tecnologico ha investito fino a questo periodo le modalità con le quali l’oggetto giornale veniva ad essere prodotto: gli strumenti di scrittura, di stampa, di distribuzione e di vendita.
Mai, fino ad oggi, il lavoro autorale, cioè chi dovesse realmente scrivere gli articoli sul giornale. Abbiamo assistito più volte nei due secoli passati, alla progressiva sostituzione degli uomini con le macchine. Uno dei casi più significativi è quello dello sviluppo tecnologico degli anni ’70 che ha portato, con il varo della Legge n. 416/1981, al prepensionamento del 19% dei poligrafici, sostituiti da sistemi automatici.
Adesso si pone il tema dell’autore degli articoli e non è così remota la prospettiva che il lavoro redazionale possa essere fatto almeno in parte da sistemi di Intelligenza Artificiale (IA).
Giornali come Le Monde, El Paìs, The New York Times, The Washinton Post e agenzie come Reuters e Associated Press fanno già largo uso di sistemi di IA per mansioni che vanno dall’analisi di grandi quantità di dati fino alla stesura di articoli (brevi). In un prossimo articolo ci occuperemo anche delle modalità con le quali vengono creati questi sistemi di IA, ma ora restiamo sul punto.
Anche questo Notiziario sta sperimentando il sistema di IA per la produzione di brevi articoli. In che modo? Il software esamina le fonti scelte dalla redazione e su tali fonti produce contenuti, sempre più perfezionati. Progressivamente la necessità di intervenire sul testo da parte del redattore umano diminuisce.
Questa, al momento è la capacità dell’IA. Si tratta di un supporto al lavoro redazionale e non di una sostituzione dei redattori.
Anche perché, si dirà, che un’IA non può svolgere il lavoro del giornalista nel momento in cui va per le strade, sui luoghi dei delitti, degli incidenti, insomma dove accadono fatti che riguardano la vita reale sulla quale è impossibile trovare tempestivamente alcunché in internet. Ci siamo, al momento è così.
Ma immaginiamo un sistema compiuto di smart city, cioè una città nella quale tutto è connesso e nella quale ogni angolo è monitorato da telecamere (questo già succede nelle grandi città) e in cui sia possibile esaminare ciò che accade semplicemente restando connessi.
I sistemi di IA stanno imparando velocemente a riconoscere persone, azioni, linguaggi e tutto ciò che serve a identificare fatti che accadono nel sistema interconnesso.
In una società del genere l’IA potrà produrre informazione autonomamente.
Non facciamo l’errore di pensare che questa sia una prospettiva troppo lontana perché se una cosa la storia ci ha dimostrato è che lo sviluppo tecnologico non ha alcun tipo di limite e non può essere orientato secondo principi a priori.
Dipenderà, come sempre, dall’uso che ne vorremo fare.
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