Nel 2021 sono raddoppiate le segnalazioni per violazione della privacy al Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP). Le comunicazioni hanno superato quota 2.000 e hanno riguardato soprattutto, a causa della pandemia, la sfera della salute delle persone.
Questo è quanto emerge dalla relazione annuale dell’Autorità, presentata ieri al Senato dal Presidente, Pasquale Stanzione.
I dati sulla privacy
L’anno scorso è stato caratterizzato dall’impatto dell’emergenza sanitaria in tutti i settori del Paese e dal massiccio uso di piattaforme online. “Eventi che hanno portato a interventi normativi a livello nazionale ed europeo, spesso controversi, ai quali il Garante ha contribuito in maniera decisiva”, ha spiegato Stanzione.
Nella lotta alla pandemia, l’Europa ha evidenziato “la capacità di coniugare libertà e solidarietà senza consentire prevaricazioni dell’una sull’altra. E in questo gioco di equilibri, la privacy ha dimostrato di essere un diritto mai tiranno, duttile nelle soluzioni di volta in volta richieste”.
Tuttavia, in prospettiva, la sfida più grande appare quella dell’evoluzione tecnologica che determina, “non solto nuove vulnerabilità ma addirittura nuove soggettività che esigono tutela: tra tutti, il ‘gemello digitale’ di ciascuno di noi in quella dimensione sempre più ‘iperreale’ che appare il Metaverso“, ha continuato il Presidente.
E, infine, ha aggiunto che la privacy “può rappresentare uno strumento importante di tutela inclusiva, perché una tecnica sempre più ingiuntiva non degeneri in egemonia dell’algoritmo. L’obiettivo da perseguire è promuovere una vera e propria civiltà digitale, in cui la direzione dell’innovazione sia ancora agita e non subìta dall’uomo”.
Gli interventi
Nel 2021 ci sono stati una serie di interventi centrati sulle questioni legate alla tutela dei diritti fondamentali delle persone nel mondo digitale. In particolare: le implicazioni etiche della tecnologia; l’economia fondata sui dati; le grandi piattaforme e la tutela dei minori; i Big data; l’Intelligenza Artificiale (IA) e le problematiche poste dagli algoritmi.
Inoltre, i provvedimenti dell’Autorità hanno riguardato anche il diffondersi di sistemi di riconoscimento facciale, la monetizzazione delle informazioni personali e i fenomeni del revenge porn e dello sharenting.
Il Garante è più volte intervenuto anche per rimarcare i limiti del diritto di cronaca. “L’esigenza informativa va soddisfatta nel rispetto del criterio di essenzialità, ma soprattutto senza indulgere a forme di spettacolarizzazione del dolore o sensazionalismo. Il giornalismo vive del costante equilibrio tra diritto di informazione e dignità della persona, che mai va strumentalizzata a fini di cronaca; soprattutto se versi in condizioni di vulnerabilità: minori, malati detenuti, arrestati. Ecco la ragione per cui, anche a proposito della guerra, abbiamo ribadito l’esigenza di evitare la spettacolarizzazione del dolore“, ha concluso Stanzione.