Le norme per i social sul controllo dei contenuti sulle loro piattaforme si fanno sempre più stringenti. Sono ancora in fase di limatura il Digital Service Act (DSA) e il Digital Market Act (DMA), le norme europee che regolamenteranno definitivamente gli OTT, attribuendo loro maggiore responsabilità nella gestione dei profili e dei contenuti in rete.
In questa situazione in continua evoluzione, le piattaforme stanno mettendo in campo una serie di strumenti per venire incontro alle richieste già pervenute da Ue e USA per quanto riguarda questi temi: privacy, fake news, disinformazione, hate speech.
Quindi la notizia, rivelata dal Wall Street Journal, di un programma (“Xcheck”) che avrebbe permesso ad alcuni utenti “vip” di eludere delle regole di Facebook, non fa sicuramente gioco al social di Zuckerberg, ma neanche agli altri Big.
Il programma
Xcheck avrebbe inserito una serie di profili in una “lista bianca” che li rende immuni dalle azioni della compagnia. Gli utenti in tale lista, avrebbero addirittura pubblicato contenuti in palese violazione con le regole del social: fake news, hate speech ecc.
E, in caso di segnalazioni, il “caso” quasi mai riusciva a raggiungere uno dei moderatori di Facebook.
I profili in questione sarebbero 5,8 milioni. Un numero considerevole che però diventa irrisorio se si guarda al numero totale di utenti del social (quasi 3 miliardi). In ogni caso, qualora il fatto fosse definitivamente verificato dalle autorità, Facebook potrebbe rischiare molto.