Unione Europea

DSA, la Presidenza Ue slovena propone nuove modifiche

Si sta ancora lavorando sulla proposta di legge del Digital Service Act (DSA), norma indirizzata alle Big Tech per regolarne il potere. È il turno della Slovenia alla presidenza Ue che propone nuovi requisiti per obbligare le piattaforme online ad informare i propri utenti se decidono di limitare la visibilità dei propri contenuti. 

Il Digital Service Act

Il DSA, nello specifico, ha lo scopo di garantire più sicurezza agli utenti, anche tramite l’accesso ai dati personali trattati dai fornitori dei servizi in caso di attività illegali online, rivedere il regime di responsabilità previsto dalla direttiva sul commercio elettronico in relazione ai servizi digitali, affrontare le problematiche associate al ruolo di “gatekeeper” delle piattaforme digitali e rivalutare i concetti di “potere gatekeeper” e “potere di mercato”, garantire una maggiore trasparenza in materia di advertising online e smart contracts, tutelare la situazione dei lavoratori delle piattaforme online e individuare quale struttura di governance potrebbe essere richiesta per completare il mercato unico dei servizi digitali e come i regulators potrebbero lavorare in modo più efficace.

Il documento sloveno

Nel documento è spiegata la nuova richiesta che viene fatta agli OTT. Le piattaforme devono far sapere agli utenti perché hanno limitato la visibilità del loro contenuto o le entrate pubblicitarie e dovrebbero presentare opzioni agli utenti interessati se vogliono contestare la decisione. 

“La restrizione della visibilità può consistere nella retrocessione nel ranking o nei sistemi di raccomandazione, nonché nella limitazione dell’accessibilità da parte di uno o più destinatari del servizio, compreso lo ‘shadow banning’. La monetizzazione tramite entrate pubblicitarie dei contenuti forniti dal destinatario del servizio può essere limitata sospendendo o terminando il pagamento monetario o le entrate associate a quel contenuto”, si legge nel testo.

Il documento sarà discusso la prossima settimana dagli Stati membri che dovranno concordare una posizione comune prima di negoziare con l’Europarlamento per finalizzarlo (le tempistiche per ora riguardano la primavera 2022).

Irene Vitale

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