L’edizione 2022 del Digital News Report descrive un calo nella fiducia delle persone nei confronti delle notizie. Quest’anno si attesta al 42%, perdendo due punti percentuali rispetto al 2021.
L’analisi sul mondo dei media è stata realizzata dell’Istituto Reuters in 46 Paesi nel mondo.
“Quest’anno troviamo livelli più bassi di fiducia in 21 dei nostri 46 mercati, invertendo in parte gli aumenti realizzati al culmine della pandemia”, rimarca il rapporto. “L’analisi dello scorso anno conteneva alcuni segnali positivi per l’industria dell’editoria, con maggiori consumi e crescente fiducia. A distanza di un anno, c’è un quadro leggermente meno ottimista”.
Nel nostro Paese, la fiducia nelle notizie è al 35% a fronte del 40% dello scorso anno in cui si era registrato un +11%.
Dopo il boom pandemico, in cui le persone cercavano attentamente le notizie verificate, sembra stiano scendendo gli abbonamenti online per leggere le news. Il motivo potrebbe essere, come suggerisce il rapporto, “il timore delle persone per il costo della vita”. In ogni caso, il dato riporta che in 20 Paesi il 17% ha pagato per le leggere le news online, la stessa percentuale dell’anno scorso.
La tendenza cresce solo “in una manciata di Paesi più ricchi come Australia (+5%), Germania (+5%) e Svezia (+3%) e ci sono segnali che la crescita complessiva potrebbe stabilizzarsi”.
L’Italia è sotto la media mondiale con il 12% che acquista news online, un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno.
“Una chiara linea di demarcazione nel rapporto di quest’anno, si legge, è il cambiamento delle abitudini dei più giovani in particolare gli under 30, che le organizzazioni editoriali spesso faticano a raggiungere”.
I giovani, soprattutto under 30, stanno migrando sempre più su social come Instagram e TikTok. Facebook perde il primato, ma in realtà è un fenomeno non troppo recente.
Nel nostro Paese, secondo il rapporto Reuters, prosegue il calo della fruizione delle notizie sul cartaceo. Nel 2022 solo 15% utilizza questo mezzo per informarsi, lo scorso anno era il 18%.
Il modello di business principale per l’editoria online nel nostro Paese rimane quello dei ricavi pubblicitari. Rappresentano il 49% delle entrate complessive.
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