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Copyright, AGCOM avvierà a marzo le consultazioni per il Regolamento

Il decreto legislativo dell’8/11/2021 n.177, in attuazione della Direttiva Ue sul copyright, è entrato in vigore lo scorso 12 dicembre e prevedeva la concessione di 60 giorni di tempo (indicativi) per la realizzazione e l’adozione di un Regolamento, a cura dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, invece, le consultazioni italiane saranno avviate a marzo quindi per l’estate 2022 probabilmente si conoscerà il provvedimento finale.

Il lavoro di AGCOM

L’Autorità, con il Regolamento, avrà il compito di individuare i parametri dell’equo compenso, facilitando così l’accordo tra i big della rete e gli editori di giornali per l’utilizzo online dei contenuti giornalistici. Alcuni parametri sono stati già individuati: il traffico generato dagli articoli di una testata, la sua rilevanza sul mercato editoriale, i costi sostenuti e i giornalisti impiegati.

Compito non proprio semplicissimo. Per questo motivo, l’AGCOM sta studiando l’esempio della Francia, primo Paese ad aver recepito la Direttiva Ue 2019/790, proprio nel 2019. In realtà, nel Paese d’Oltralpe la situazione è ancora tutt’altro che chiara. Infatti, un recente rapporto parlamentare ha definito “opaca” l’applicazione dei cosiddetti diritti connessi e “marginale” il numero di accordi raggiunti, lasciando “non rispettata la volontà del legislatore”.

Alcuni quotidiani francesi avrebbero raggiunto un accordo con Facebook tramite l’Alliance pour la presse d’information generale (APIG), invece con Google la situazione sarebbe molto più instabile, in attesa della mediazione dell’antitrust, che concluderà un primo round di consultazioni a fine gennaio.

Comunque, al vaglio dell’Autority presieduta da Giacomo Lasorella, ci sono anche gli accordi intercorsi nei mesi scorsi tra Google e alcuni editori, per il servizio “Showcase”.

L’attendismo degli OTT

Intanto gli Over The Top, i big della rete, continuano a mostrare la loro poca simpatia nei confronti dei diritti connessi.

Già da qualche settimana, nel nostro Paese, se un utente di Facebook pubblica un post condividendo una notizia di un giornale, non compare più la sua anteprima completa ma solo il relativo link e un estratto breve dell’articolo, formula esclusa dall’obbligo di pagamento per lo sfruttamento del contenuto giornalistico.

Irene Vitale

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