70 anni di USPI, 127 anni de Il Vomere di Marsala. Il 19 giugno prossimo sarà la giornata per celebrare questi importanti traguardi del mondo dell’editoria e dell’informazione.
Per questo, USPI e Il Vomere hanno unito le forze e organizzato un Convegno dal titolo “Il Bello e il Bene”, che si terrà dalle ore 10:00 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica.
In realtà abbiamo apprezzato la mentalità e il modo di fare della Direttrice del Vomere, Rosa Rubino, che non ama festeggiare date canoniche precise, ma che periodicamente indice dei convegni molto interessanti in occasione di anniversari scelti secondo categorie più sfumate.
L’ultimo convengo che ricordiamo è quello per i 122 anni del Vomere a conferma dell’originalità di impostazione di una grande giornalista qual è Rosa Rubino, alla quale ci lega una profonda amicizia.
L’USPI festeggia una data canonica, in piena linea con un certo aplomb istituzionale, al quale manca, forse, quella brillante originalità che suscita interesse e riflessioni compiaciute.
Tuttavia, in occasione di questo Convegno abbiamo deciso, insieme all’amica Rosa Rubino, di impostare i nostri lavori sul tema del Bello e del Bene, riprendendo così l’antico insegnamento di Platone: “Il bello è lo splendore del vero”.
Ripartiamo, cioè, dalle nostre origini, dalla tutela dei giornali culturali, dalla ricerca di qualità dell’informazione. Lontani non solo dalle fake news e dalla disinformazione ma anche da un certo modo di intendere l’attività istituzionale, votata all’idea puramente lobbystica e all’ascolto di un certo sindacalismo francamente volgare e arrogante.
Non abbiamo un’idea “divulgabile” della fine che faranno questo sindacalismo e questo modo di fare lobby. Pensiamo soltanto che sia ora di aprire le finestre e respirare aria pulita, sottoponendo di nuovo le nostre idee e il nostro modo di vivere e di lavorare alle categorie più alte del pensiero politico, sociale e filosofico.
È indispensabile per tutto il settore la ricerca di un salto di qualità per arrivare a individuare soluzioni che siano veramente costruttive e non fondate sull’arroccamento su posizioni personali, restando indifferenti a un settore che sta profondamente trasformandosi.
Qualcuno prima o poi scriverà un “bestiario” delle cose che sono uscite negli ultimi quindici anni e delle persone che hanno contribuito a questo tipo di comunicazione. Ma non saremo noi. Noi abbiamo cercato di favorire lo sviluppo di alternative concrete e di un corretto dialogo istituzionale.
Ricominciamo da qui, dal patrimonio immenso che i nostri associati rappresentano e dalla necessità di sostenerli quotidianamente. Ciò che dovevamo ottenere per loro è stato quasi completamente ottenuto. Adesso la pessima struttura del settore editoriale non ci imporrà più di fare mediazioni non desiderate, su logiche fuori dal tempo.
Quel tempo è finito e ripartiamo dai nostri primi 70 anni.
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