OTT e disinformazione: l’Australia chiede dati sulla gestione fake news

L’Australia non si ferma e prosegue la sua battaglia contro le piattaforme online. Questa volta, il motivo della pressione riguarda la disinformazione.

Tre australiani su quattro hanno affermato di attribuire la responsabilità ai social per la diffusione delle bufale online. Ci si aspetta di più da loro per arginare il fenomeno. Per questo, l’Australian Communications and Media Authority (ACMA) sarà in grado di costringere le piattaforme a condividere i dati su come gestiscono la disinformazione.

Questa nuova norma porterebbe multe dirette alle società non collaborative. “Le piattaforme digitali devono assumersi la responsabilità di ciò che c’è sui loro siti e agire quando compaiono contenuti dannosi o fuorvianti”, ha rimarcato il ministro delle Comunicazioni australiano, Paul Fletcher.

La nuova regolamentazione per gli OTT dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2022. Intanto le più grandi piattaforme online, Facebook e Google su tutte, si sono rese disponibili a collaborare. Hanno colto l’occasione per fare presente come in realtà da mesi si sono mosse con una serie di interventi volti ad arginare il dilagare delle fake news sulle proprie piattaforme.