Meta ha pagato una delle più grandi società di consulenza degli Stati Uniti allo scopo di screditare TikTok sui media nazionali. A rivelarlo è il Washington Post (WP), con un lungo articolo pubblicato nei giorni scorsi.
Secondo le prove raccolte dal giornale, l’agenzia, Targeted Victory, avrebbe studiato una campagna pubblicitaria per far apparire l’app cinese come pericolosa per i bambini e per la società. Questo tipo di sollecitazioni sulla stampa, allo scopo di pressare i legislatori, fanno parte di strategie comuni nel mondo della politica. E, sottolinea il WP, “sono ora diventate sempre più evidenti all’interno dell’industria tecnologica, nel momento in cui Facebook deve riconquistare utenti”.
I contenuti della campagna diffamatoria
I giornalisti del WP sono riusciti ad ottenere le e-mail scambiate tra Targeted Victory e il colosso di Mark Zuckerberg. In una di queste si legge un passaggio chiave dell’inchiesta: “Bisogna far passare il messaggio che TikTok è la vera minaccia. Soprattutto in quanto applicazione di proprietà straniera (cinese, ndr) che è la n.1 nella condivisione dei dati utilizzati dai giovani adolescenti”.
L’obiettivo della campagna sembrerebbe dunque duplice. In modo diretto si vuole danneggiare un competitor sempre più ingombrante. Mentre, indirettamente si cerca di distrarre l’opinione pubblica dalle preoccupazioni che riguardano la privacy e l’antitrust di Meta. Infatti, un membro di Targeted Victory scrive chiaramente che “far capire che il Congresso dovrebbe concentrarsi su ‘altre questioni’ sarà considerato un punto bonus”.
I contenuti delle email sono comunque diversi e accertano che si sia trattato effettivamente di un attacco a 360 gradi. In una di queste un direttore di Targeted Victory chiede delucidazioni sui giornalisti politici locali che potrebbero veicolare dei messaggi anti-TikTok.
In altri casi, si discute di come collegare l’app cinese a pericolose tendenze, con tanto di titoli di giornale a fare da esempio. “Dalle danze al pericolo, come TikTok è diventato lo spazio social media più dannoso per i bambini”.
Le repliche
“Riteniamo che tutte le piattaforme, inclusa TikTok, dovrebbero affrontare un livello di controllo coerente con il loro successo crescente“, ha commentato Andy Stone, portavoce di Meta.
“La società è profondamente preoccupata dall’alimentazione dei resoconti dei media locali su presunte tendenze che non sono state riscontrate sulla nostra piattaforma “, ha ribattuto TikTok.
L’agenzia di pubblicità ha invece rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda sulla campagna ma si è anche detta “orgogliosa” del lavoro che è stato svolto.
Articolo di I.M.