Siti istituzionali, articoli scritti da altri colleghi, social network ed enciclopedie online. Sono queste le principali fonti scelte dai giornalisti italiani nel 2022.
È quanto emerge dalla terza edizione della ricerca “Il giornalismo nell’era digitale”, svolta da L45 – corporate relations, agenzia di PR e relazioni istituzionali di Milano.
L’indagine ha coinvolto un campione di duecento professionisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti (OdG). Il questionario sottoposto aveva lo scopo di individuare il modo in cui gli strumenti digitali, in particolare i social network, impattano sulla quotidianità del lavoro redazionale.
I dati
In particolare, durante l’elaborazione di nuovi pezzi, il 73,5% dei giornalisti italiani cerca informazioni sui siti web istituzionali, mentre il 72,7% consulta gli articoli scritti da altri colleghi.
Solo il 48% si affida ai social e il 47% si confronta anche con le enciclopedie online (come Wikipedia, Biografie Online, Quora etc.).
Quindi, il lavoro di ricerca giornalistica si sta spostando sempre di più sul web, tanto che solo l’1% degli intervistati afferma di non usare mai internet per scrivere gli articoli. Al contrario, il 53% dei partecipanti al sondaggio sostiene di utilizzarlo sempre.
Per quanto riguarda i social, invece, diminuiscono rispetto al 2020 i giornalisti che li utilizzano per lavoro, nonostante l’88,9% ritenga che gli stessi abbiano un ruolo importante nella raccolta di informazioni.
In particolare, tra i social più utilizzati per trovare le notizie spiccano Facebook (33%) e Twitter (30%). In controtendenza solo il 18% dei giornalisti che sostiene di non utilizzare nessun social network tra le proprie fonti.
Il ruolo dei social
Andando più nello specifico, il social media che viene utilizzato di più per il lavoro giornalistico rimane Facebook per il 41% degli intervistati. Tuttavia, diminuisce di quasi quindici punti percentuali rispetto ai dati emersi nel 2020.
Aumenta al contrario l’importanza di LinkedIn e Twitter. Queste piattaforme sono utilizzate come fonti rispettivamente dal 24% e dal 23% dei giornalisti.
Per chiedere un confronto un’azienda o per proporre un’intervista, i giornalisti preferiscono usare LinkedIn (41%). Il 37% di loro, invece, non utilizza social network per contattare qualcuno ma preferisce servirsi di applicazioni di messaggistica, e-mail oppure chiamare il diretto interessato.
“I dati dell’ultima edizione ci raccontano che gli equilibri tra i diversi social media stanno cambiando. Infatti, per la maggior parte dei giornalisti rimangono imprescindibili, ma rimane ancora molto forte l’attaccamento a un tipo di giornalismo più classico, fatto di incontri con le persone, mezzi di comunicazione tradizionali e ricerche su fonti accreditate come i siti istituzionali o le enciclopedie online. Probabilmente è una reazione al periodo del ‘digitale forzato’ causato dalla pandemia. Alcune recenti ricerche confermano un trend negativo dell’utilizzo dei social da parte degli italiani. Da quanto è emerso dalla nostra ricerca anche i giornalisti stanno seguendo la stessa via”, ha dichiarato, infine, Simone Guzzardi, partner e amministratore delegato di L45.