SIC 2021, AGCOM: in crescita gli introiti pubblicitari

Con la delibera n. 223/23/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha accertato il valore economico del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) nel suo complesso per l’anno 2021. 

Il valore complessivo del SIC è di 18,9 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL, ed in crescita del +14,2% rispetto al 2020.

Più introiti pubblicitari

Questa crescita è riconducibile principalmente alla ripresa degli introiti pubblicitari. La crescita delle pubblicità online è costante, ma soprattutto è da constatare la ripresa degli introiti dei media tradizionali, dopo la crisi del periodo pandemico. 

Inoltre, si aggiungono i ricavi provenienti dalle offerte televisive a pagamento sul web e le maggiori entrate derivanti dal canone per il servizio pubblico radiotelevisivo. 

In calo le voci relative alla vendita di copie cartacee e digitali di quotidiani e periodici.

Distribuzione delle risorse

Riguardo alla distribuzione delle risorse complessive del SIC 2021 per categorie di ricavo, come detto, si registra l’incidenza maggiore per le entrate da pubblicità (58,9%). Seguono le entrate riferibili alla vendita diretta di prodotti e servizi (29,2%) e ai fondi pubblici (11,9%). 

L’Autorità fa una distinzione tra i soggetti che detengono una quota superiore all’1% dei ricavi complessivi del SIC e i restanti. L’obiettivo è monitorare indici sintomatici di posizioni di mercato potenzialmente lesive del pluralismo.

I soggetti che detengono quote non inferiori all’1% rappresentano, con 12,5 miliardi di euro, il 66,4% del SIC. Il restante 33,6% delle risorse complessive è invece compreso nei soggetti con quote inferiori alla soglia stabilita.

In tale contesto, RAI si colloca in prima posizione, con un’incidenza dei propri ricavi sul SIC del 13,5 %. Seguono Comcast/Sky (12,1%), Fininvest (10,3%) e Alphabet/Google (10%).

Da constatare che nessun operatore supera la soglia del 20%, considerata una quota chiave per il già citato rispetto del pluralismo. I quattro maggiori operatori citati sono comunque sopra il 10%, affermandosi come leader del settore.