La banda ultralarga è un servizio di cui non possiamo più fare a meno. Il 2020 ci ha insegnato l’importanza del rimanere connessi per informarci, seguire le lezioni (scolastiche o universitarie), utilizzare i servizi online basilari (dal pagare una bolletta a fare la spesa sul web).
Il digital divide è una problematica che è definitivamente emersa con il Covid, permettendo così di porre rimedio a una disparità che altrimenti si ingigantirebbe fino a diventare incolmabile.
Ma, purtroppo, secondo l’ultimo Rapporto Istat, ancora oggi un terzo delle famiglie in Italia non dispone di un accesso ad internet da casa e di almeno un computer. L’analisi dell’Istituto Nazionale di Statistica pone l’accento sul benessere equo e sostenibile e rileva un +1,6% del dato rispetto al 2019, dovuto esclusivamente all’incremento delle famiglie con un accesso ad internet (che passano dal 76,1% al 79,6%) mentre non si osservano variazioni significative per quanto riguarda la disponibilità di un pc.
Il rapporto descrive come “notevolmente migliorata” la situazione della transizione digitale dell’Italia nell’ultimo decennio: la percentuale di famiglie con accesso alla banda larga è passata dal 10% del 2011 all’88,9% del 2019.
“Nonostante i progressi – spiega il rapporto -, l’Italia si trova però ancora leggermente al di sotto della media europea. L’infrastruttura per la banda larga non è più sufficiente a coprire le esigenze di connessione attuali, cosicché si è ritenuto necessario investire su una connessione più veloce, cioè la banda ultralarga”.
Nell’ambito del Recovery Plan, il nostro Paese ha già stanziato una dotazione per la realizzazione di delle infrastrutture a banda ultralarga, fibra e 5G, che però, a detta di Pietro Guindani, Presidente Asstel-Assotelecomunicazioni, “è del tutto insufficiente” perché le infrastrutture digitali “sono la premessa indispensabile per la trasformazione digitale di imprese, Pa, turismo o agricoltura”.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destina ingenti risorse alla trasformazione digitale di settori privati e pubblici, ma sono insufficienti per la realizzazione delle reti a banda larga in misura omogenea sul territorio: “Senza le basi infrastrutturali diventa molto difficile dare ai cittadini un equo accesso ai servizi innovativi digitali. In questo modo si pone in misura preoccupante la questione del digital divide, che invece di essere ridotto dall’avvento del 5G rischia di ingigantire le disparità attualmente presenti in tutto il Paese. Serve coesione e collaborazione”, aveva spiegato Guindani.
A settembre scorso, l’ex ministro dell’Innovazione e dello sviluppo tecnologico, Paola Pisano, aveva dato il via all’erogazione del bonus da 500 euro destinato alle famiglie meno abbienti per l’acquisto di abbonamenti internet, tablet e computer (“Piano voucher per famiglie”) sulla base dell’Isee.