Meta ha avvertito il governo canadese di essere pronta a bloccare la condivisione delle notizie nazionali sulla piattaforma Facebook, a meno che non venga modificata la nuova normativa, l’Online News Act, la quale costringe le Big Tech a remunerare gli editori online.
Esattamente com’è già successo in Australia e in Europa, il colosso web di Mark Zuckerberg non sembra affatto intenzionato a trattare con editori e giornalisti.
La nuova legislazione canadese, Online News Act, impone agli Over The Top (OTT) di stabilire accordi di retribuzione con i media che condividono notizie sulle loro piattaforme.
La normativa è stata promulgata ad aprile 2022 e dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno. In queste settimane è stata sottoposta all’esame di una Commissione parlamentare per le trattative con le parti (le Big Tech e gli editori). Durante le consultazioni però, i legislatori hanno votato per interrompere l’udienza ad ulteriori testimonianze.
Facebook ha dichiarato di non aver avuto l’opportunità di testimoniare in sua difesa. Venerdì ha quindi rilasciato una nota in cui riportava le proprie preoccupazioni e la minaccia di bloccare la condivisione delle news canadesi.
“Riteniamo che l’Online News Act rappresenti in modo errato il rapporto tra piattaforme ed editori di notizie e invitiamo il governo a riconsiderare il suo approccio per contribuire a creare un’industria delle notizie più equa e sostenibile a lungo termine”, spiega Meta nella sua dichiarazione.
Il ministro canadese per la politica culturale, Pablo Rodriguez, ha dichiarato al Wall Street Journal che i parlamentari hanno tenuto regolari colloqui con Meta. Sembrerebbe però che il colosso social non sia per niente soddisfatto del risultato delle trattative.
“Tutto ciò che chiediamo alle Big Tech, come Facebook, è di negoziare accordi equi con le testate giornalistiche quando traggono profitto dal loro lavoro”, spiega Rodriguez. Inoltre, il ministro ha sottolineato che la sopravvivenza del business dell’informazione canadese sarebbe stata in pericolo senza l’Online News Act.
Secondo quanto riportato nel suo blog aziendale, Meta ritiene che la legge canadese si basi su un presupposto errato e cioè che Facebook tragga vantaggio dal suo rapporto con gli editori, “quando in realtà è vero il contrario”.
La Big Tech afferma che gli editori canadesi scelgano di condividere contenuti sul social network per raggiungere un pubblico più ampio. Tutto questo, secondo la società americana, si tradurrebbe in un’operazione di marketing gratuito del valore di quasi 170 milioni di dollari all’anno.
“Abbiamo ripetutamente comunicato al governo che i contenuti delle notizie non attraggono i nostri utenti. Infatti, non sono una fonte significativa di entrate per la nostra attività”, conclude la nota.
Si profila dunque l’ennesimo braccio di ferro tra istituzioni e OTT.
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