Al Viminale si è discusso circa il calo degli atti intimidatori ai danni dei giornalisti registrato nel corso del 2022. Il numero relativo allo scorso anno è di 111 denunce, mentre nel 2021 ne erano 232.
La diminuzione è pari al 53% e il trend sembra proseguire anche nel 2023. Infatti, gli atti denunciati tra gennaio e febbraio 2023 sono stati 14, esattamente la metà dei 28 registrati nello stesso periodo nel 2022.
“Pur a fronte di una diminuzione dei casi rimane alta l’attenzione delle Istituzioni a difesa dell’attività dei giornalisti”, questo il commento del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Confronto tra dati
Questo calo risulta ancor più significativo se paragonato alla crescita che il Ministero dell’Interno aveva constatato negli anni precedenti. Nel 2021, infatti, si era avuto un aumento del 42% dei casi rispetto al 2020, altro anno in cui si era registrata una crescita dell’87% rispetto al 2019.
I motivi del calo
La collaborazione tra prefetture, forze di polizia e rappresentati dell’Ordine dei Giornalisti (OdG) ha rappresentato un grande impulso alla sicurezza del lavoro giornalistico.
Inoltre, a partire da maggio 2022 è attivo il progetto Osce “Safety of Journalists”, finalizzato alla protezione della sicurezza e della libertà dei media e dei loro attori.
Ma c’è da valutare anche un altro fattore, ovvero una possibile tendenza alla diminuzione delle denunce da parte delle vittime. Sulla questione insiste l’Osservatorio non governativo “Ossigeno per l’Informazione” che invita il Ministro Piantedosi a riflettere sul vero significato di questi dati.
Articolo di M.M.