Il Parlamento europeo (Pe) ha approvato i risultati dell’indagine della Commissione speciale sulla disinformazione e l’ingerenza straniera e proposto una serie di contromisure agli attacchi esteri.
L’indagine ha riguardato proprio le modalità e le azioni messe in campo dalle potenze estere per compromettere i processi democratici nell’Ue, manipolando le informazioni e attuando interferenze.
Secondo quanto emerso dai risultati, i Paesi malintenzionati possono influenzare le elezioni, organizzare attacchi informatici, polarizzare l’opinione pubblica, senza subire alcuna conseguenza.
Mancanza di consapevolezza
Lo studio evidenza una mancanza di consapevolezza da parte dei cittadini della gravità dei rischi dell’intromissione e della manipolazione straniera, aggravata dalle lacune legislative e dall’insufficiente coordinamento tra i Paesi Ue.
Proprio per questo, il Parlamento ha esortato la Commissione europea a creare una strategia per far fronte alla disinformazione, che includa delle sanzioni specifiche.
Inoltre, i deputati hanno insistito sul coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nella diffusione di informazioni generali. E hanno sottolineato, inoltre, l’esigenza di una cooperazione per un’azione a livello globale con i Paesi che condividono gli stessi princìpi.
Contromisure proposte
Il Parlamento ha raccomandato poi svariate misure volte a contrastare il pericolo di ingerenze, tra cui destinare finanziamenti pubblici a mezzi di informazione “ampiamente distribuiti e pluralistici”, a giornalisti, a verificatori di fatti (fact checkers) e a ricercatori indipendenti.
Oppure, fare in modo che le piattaforme dei social media, “veicolo delle ingerenze straniere”, smettano di promuovere account falsi anche in lingue diverse dall’inglese. Inoltre, occorre vietare i finanziamenti stranieri ai partiti politici europei e nazionali, migliorare con urgenza la cybersicurezza e redigere un elenco di software di sorveglianza illeciti.
“Nel lungo termine, abbiamo bisogno di una strategia chiara da parte della Commissione europea e di norme europee effettivamente vincolanti sulle responsabilità e la trasparenza delle piattaforme online. La resilienza deve essere il nostro scudo protettivo, dovremmo investire fortemente nel sostenere i media indipendenti di qualità, anche nel vicinato Ue”, ha infine commentato Sandra Kalniete, deputata del Pe.