Come l’attuale governo giallorosso vuole affrontare e risolvere i problemi del comparto editoriale.
Cerchiamo di capire il presente e il futuro dell’editoria prefigurati dal governo Conte-2, tramite le linee guida dell’impegno istituzionale e politico dell’Esecutivo tracciate da Andrea Martella, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, nella Audizione informale svolta presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
Per titolare questa serie di otto articoli che verranno man mano proposti, abbiamo preso in prestito l’intestazione di un romanzo di Peter Høeg (“Il senso di Smilla per la neve”), da cui è stato tratto l’omonimo e famoso film del 1997 di Bille August, con Julia Ormond.
– Qui il link per leggere gli articoli precedenti.
In questa quarta parte, Martella esamina il tema del diritto d’autore, evidenziando la necessità di recepire nel nostro ordinamento normativo la nuova Direttiva europea sul copyright adottata nel luglio scorso e quella di liberalizzare il mercato dell’attività di intermediazione e gestione dei diritti d’autore :
4. Il diritto d’autore. Il recepimento della direttiva europea e la liberalizzazione dell’attività di intermediazione.
Tra le funzioni che mi sono state delegate dal Presidente del Consiglio dei Ministri rientra anche la tutela del diritto d’autore, cui si affianca la funzione di vigilanza sulla Società italiana degli autori ed editori (SIAE), che è a tutt’oggi la principale società di intermediazione e gestione dei diritti d’autore.
Il quadro giuridico sul diritto d’autore è centrale per la promozione della creatività, dell’innovazione e per l’accesso alla conoscenza e all’informazione. Ed è a maggior ragione rilevante per un Paese come l’Italia in cui l’industria della cultura e della creatività rappresenta circa il 3 per cento del PIL e il 4 per cento della forza lavoro.
Oggi, nella particolare congiuntura economica, politica e istituzionale che l’Italia e l’Europa stanno attraversando, la questione del diritto d’autore e della sua concreta protezione nel mercato digitale assume una rilevanza giuridica ed economica sistemica e, per molti aspetti, storica.
4.1. Recepimento della Direttiva europea sul copyright
Un impatto significativo su questo comparto è destinato a venire dall’attuazione della nuova Direttiva europea sul copyright adottata nel luglio scorso.
La nuova disciplina comunitaria nasce dall’esigenza ormai indifferibile di affrontare – per la prima volta su scala continentale – i radicali mutamenti indotti dalla trasformazione digitale nel mercato dei contenuti protetti da diritti d’autore.
Il suo fine è quello di riequilibrare la distribuzione del valore fra autori, giornalisti ed editori da una parte, e le grandi piattaforme di condivisione online dall’altra, in primo luogo attraverso l’affermazione del principio di adeguata e proporzionata remunerazione dei contenuti editoriali. Ma non potrà trascurarsi, in sede di attuazione, anche il problema della trasparenza degli algoritmi di indicizzazione utilizzati dagli aggregatori di notizie e dai motori di ricerca.
L’adozione nel luglio scorso della nuova disciplina europea del copyright, per un verso, e l’imminente implementazione di un sistema europeo di tassazione – la cd web tax – destinato a far emergere le basi imponibili derivanti dalle attività delle piattaforme digitali, per altro verso, offrono ai singoli Stati nuove opportunità di intervento, ma pongono anche sfide complesse che i Governi e i legislatori nazionali devono essere in grado di interpretare con il necessario equilibrio.
Gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva sul copyright entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, ovvero entro il 7 giugno 2021.
L’Italia intende farlo tempestivamente, ricercando il miglior bilanciamento possibile tra la libertà di espressione individuale e la tutela della qualità e del pluralismo dell’informazione, anche attraverso la giusta remunerazione dei contenuti editoriali.
In particolare dovrà essere concretamente disciplinato, con il necessario equilibrio l’esercizio del nuovo diritto connesso introdotto dalla Direttiva europea, cioè il diritto degli editori a tutelare le pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo online da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione.
Un altro importante profilo che dovrà essere affrontato in sede di recepimento della Direttiva è quello della responsabilità dei “prestatori di servizi di condivisione di contenuti online” per l’utilizzo di contenuti protetti. Per la prima volta, la disciplina europea prevede che questi soggetti rispondano della liceità dei contenuti caricati dagli utenti, sia pure con una responsabilità mitigata e declinata secondo un principio di proporzionalità.
Nel frattempo, nelle more dell’attuazione del nuovo regime normativo e fiscale europeo, l’Italia punta ad accrescere le risorse destinate al sistema dell’informazione, attraverso la misura nazionale di tassazione sulle intermediazioni finanziarie, la cd Digital tax prevista dal disegno di legge di bilancio per il 2020. Abbiamo proposto che una quota del gettito di tale imposta – pari al 5%, entro il limite massimo di 20 milioni di euro annui – sia strutturalmente riservata all’alimentazione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione nel sistema editoriale. A valere su queste risorse sarà finanziato, in aggiunta alle misure già previste dalla legge, un sistema di incentivi all’acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale, destinato alle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado e ai singoli individui.
Si tratta di una misura significativa non solo per l’impatto finanziario, ma anche e soprattutto per la sua valenza culturale.
4.2. Attività di intermediazione del diritto d’autore
Quanto alla funzione di vigilanza sulla Società italiana degli autori ed editori (SIAE), ricordo che al momento rimane la principale società di “collecting”. I dati ad essa relativi mostrano l’oggettiva rilevanza dell’ente: oltre 87mila autori ed editori iscritti, oltre 62 milioni di opere tutelate e 559 milioni di euro di compensi di diritto d’autore erogati nel 2017.
Le attività di intermediazione del diritto d’autore sono state oggetto di un significativo intervento di liberalizzazione, attraverso il decreto legislativo n. 35 del 2017. In quel contesto sono stati indicati i criteri generali ai quali deve essere improntata l’attività di collecting.
Oggi, nella nuova cornice legislativa, occorre garantire al settore adeguate tutele che non creino condizioni di svantaggio in particolare per i soggetti che, operando in settori di nicchia, in un mercato liberalizzato potrebbero risultare meno «appetibili».
A questo proposito auspico che il Parlamento possa esaminare quanto prima le proposte di legge, tuttora pendenti, in materia di intermediazione e gestione dei diritti d’autore.