Gli Stati introducono tasse per i giganti del web e loro aumentano il prezzo dei servizi offerti.
È il caso della digital tax introdotta nel 2019 da Francia e Spagna, con lo scopo di applicare un’aliquota del 3% sul fatturato dei big del mercato digitale.
In Francia, in particolare, gli OTT devono produrre ricavi da 750 milioni di euro in più, una parte dei quali prodotti sul territorio, per rientrare nell’elenco delle aziende tassate. La Spagna aveva seguito l’esempio del Paese confinante nell’autunno dello stesso anno con criteri di tassazione erano decisamente simili.
La risposta di Google alla tassazione è arrivata poco tempo fa: da maggio il motore di ricerca intende aumentare del 2% le tariffe delle pubblicità diffuse sulla sua piattaforma in Francia e in Spagna per compensare il costo della digital tax applicata in questi due Paesi.
Questo aumento ha lo scopo preciso di “coprire una parte delle spese legate all’adeguamento con la legislazione fiscale sui servizi digitali in Francia e in Spagna”, ha spiegato il colosso Usa.
Le grandi aziende online proseguono quindi con la linea dura nei confronti delle istituzioni occidentali che cercano sempre più di regolamentare il sistema del web dove i big tech, per adesso, si muovono liberamente, dominando totalmente il mercato digitale.
Una decisione del genere pesa enormemente sul mondo dell’adv online già pesantemente colpito dalla crisi causata dalla pandemia, da cui si sta lentamente e faticosamente riprendendo già da qualche mese.