A settembre, in Francia, saranno convocati gli Stati Generali dell’informazione per affrontare il cambiamento, i rischi e il clima di sfiducia globale che da tempo investe (anche) il panorama editoriale d’oltralpe.
Gli obiettivi dei delegati degli Stati Generali sono trovare “nuovi equilibri” e dunque stabilire una “diagnosi” per risolvere le questioni legate alla crisi del settore editoriale francese, proporre azioni concrete e anticipare sviluppi e trend futuri del mercato.
Gli obiettivi
Gli Stati Generali dell’editoria nascono nel 2008 da un’idea dell’allora Presidente Sarkozy, in un momento in cui il riconoscimento e l’ampliamento della stampa online era il focus principale.
Lo scorso 3 ottobre, il Presidente Emmanuel Macron ha nuovamente presentato la necessità di convocare gli Stati Generali, ma stavolta il campo d’azione sarà “molto più ampio e articolato e spazia dal finanziamento pubblico all’editoria fino ai social network e all’Intelligenza Artificiale (IA), compresa l’informazione e l’educazione ai media”, spiega il delegato Christophe Deloire.
Soprattutto a ridosso delle elezioni europee, il comitato degli Stati Generali intende esaminare il deep fake, la disinformazione e i rischi e possibilità che presenta l’IA oltre che il calo delle vendite dei cartacei.
Queste tematiche riportano in primo piano il ruolo e la deontologia della figura del giornalista, responsabile della buona informazione.
“Per garantire un’informazione libera e indipendente è necessario trovare dei nuovi equilibri”, aggiunge l’ambasciatore francese Martin Briens. Negli ultimi anni sono stati soggetti a “cambiamenti epocali che, se non ben compresi, analizzati e governati, possono minacciare l’indipendenza e il pluralismo del giornalismo; […] Non significa altresì che dobbiamo temere il cambiamento, ma conoscerlo più da vicino per poterne cogliere anche tutte le potenzialità”.
Articolo di T.S.