Il governo finlandese ha istituito corsi di ‘alfabetizzazione mediatica’ (media literacy) e cybersicurezza nelle scuole primarie e secondarie a partire dal 2002. L’obiettivo è insegnare agli studenti il corretto utilizzo dei nuovi mezzi di informazione, valutando criticamente le notizie, producendo propri contenuti informativi e identificando le fake news.
Organizzazione e dialogo europeo
Sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione, i corsi sono organizzati dalla tv nazionale Yle TV e dal quotidiano Helsingin Sanomat. Vi collaborano associazioni che si occupano di fact-checking e analisi del settore giornalistico.
I media finlandesi partecipano alle iniziative per una corretta informazione rivolte ai giovani, nell’ambito del programma europeo Erasmus+. Lo scorso 22 settembre, a Helsinki, si è tenuto un workshop contro la disinformazione a cui ha preso parte anche una delegazione dell’Ordine dei giornalisti ligure.
Ragioni storiche e politiche
In Finlandia, l’educazione all’uso consapevole dei media è diffusa sin dal secondo dopoguerra. I primi corsi scolastici su come approcciarsi alle notizie lette sui giornali o ascoltate alla radio risalgono al 1950. La vicinanza alla Russia, specie in occasione dell’attuale crisi ucraina, impone alla Finlandia di essere particolarmente vigile sul fronte della disinformazione, che da sempre accompagna ogni conflitto.
Un caso italiano
Nel nostro Paese, iniziative di questo tipo sono sporadiche. Un esempio è il programma di formazione “Appuntamento con i Digital Media” realizzato da Tim per IDMO (Italian Digital Media Observatory), che dall’11 ottobre si rinnova per un nuovo ciclo di lezioni. Il corso ha l’obiettivo di insegnare l’utilizzo consapevole dei media e il riconoscimento delle fake news. È destinato a studenti e docenti delle scuole superiori di primo e secondo grado. Al progetto collaborano diversi partner, tra cui l’Università Luiss Guido Carli, l’Università di Roma Tor Vergata e la Rai.
Articolo di F.L.