Ue, nuovo codice di condotta contro la disinformazione online

La Commissione europea ha annunciato un nuovo Codice di condotta contro la disinformazione online.

Il nuovo regolamento è di fatto un aggiornamento più stringente al Codice di buone pratiche dell’Ue, sottoscritto nel 2018. Se i firmatari del primo documento erano solo 16, oggi sarebbero 33.

A sottoscrivere l’accordo sono soggetti che lavorano nell’industria della pubblicità online, in società tech e i fact- checker. Tra di loro, figurano i top player internazionali come Google, Meta, Microsoft e TikTok.

Il nuovo documento

Il Codice revisionato amplia gli impegni della Commissione, passando da 21 a 44 punti. Le azioni di contrasto alla disinformazione saranno volte sia a bloccare i contenuti dannosi, sia a fornire agli utenti strumenti idonei a riconoscere, comprendere e segnalare le fake news. Tra l’altro, sarà previsto il taglio ai finanziamenti per le notizie false o manipolatorie.

“La disinformazione è una forma di invasione del nostro spazio digitale, con un impatto tangibile sulla nostra vita quotidiana. Le piattaforme online devono agire con forza, soprattutto per quanto riguarda la questione dei finanziamenti. La diffusione della disinformazione non dovrebbe portare un solo euro a nessuno”, ha spiegato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton.

Il testo chiede espressamente di espandere il fact-checking in tutti i Paesi dell’Ue e di garantire la non ambiguità della pubblicità politica.

Inoltre, l’Ue punta a istituire un Centro per la trasparenza e una task force per la supervisione e l’implementazione del regolamento.

I firmatari hanno sei mesi di tempo per mettere in pratica gli impegni e le misure che hanno sottoscritto. Entro l’inizio del 2023, dovranno fornire alla Commissione Ue i primi report, comprensivi di dati, sull’attuazione. Sono previste sanzioni fino al 6% del fatturato globale per chi viola le regole.