Eurispes: la pandemia ha avvicinato gli italiani all’informazione, bene quella online

Quando tra qualche anno ci guarderemo indietro e ci torneranno alla mente l’incertezza, la paura e le difficoltà di questi mesi difficili, ma i più bravi di noi sapranno cogliere anche gli aspetti positivi di questo tragico periodo, riscontrabili in alcuni cambiamenti nei trends

Uno di questi riguarda la fruizione dell’informazione, soprattutto quella prodotta online. Negli italiani, secondo l’indagine dell’Eurispes “Un anno di Covid in Italia”, è cresciuto il bisogno di informarsi e di mantenersi costantemente aggiornati sugli avvenimenti pandemici e non solo. 

In particolare, secondo lo studio, il mezzo preferito per raccogliere informazioni sull’emergenza sanitaria legata al Covid-19 sono i telegiornali (33,8%) e i quotidiani on line (22,3%), mentre i quotidiani stampati si classificano al terzo posto con l’8,4% delle preferenze. 

I Social Network totalizzano l’8,1%, probabilmente perché ritenuti più confusionari (a detta del 40% degli intervistati). Anche le comunicazioni ufficiali del Governo, del Ministero della Salute e delle Regioni (36%) ed infine quella offerta dai mezzi di comunicazione di massa (28,3%), hanno una componente confusionaria se si guarda alle preferenze espresse.

Se si guarda, invece, all’utilità dell’informazione fornita, i mezzi di comunicazione di massa sono al primo posto (25%) ma sono anche i più accusati di diffondere notizie allarmistiche, con il 22,8% di preferenze per questa opzione (17,6% Social Network e 12,7% comunicazioni ufficiali).

Ma sono le comunicazioni ufficiali provenienti dalle Istituzioni quelle che ottengono il primato nell’essere considerate veritiere (20,1%), per i Tv, radio, ecc., la percentuale di quanti ritengono diffondano notizie veritiere scende al 9,2% e per i Social Network si abbassa ulteriormente al 4,5%.

Nel complesso, gli italiani sono convinti che l’informazione più utile e veritiera sul Covid-19 sia quella veicolata dalle Istituzioni (in totale 44%), seguita da quella trasmessa dai mezzi di diffusione di massa (34,2%) e, a chiudere, quella che circola sui Social Network (23,9%).

Irene Vitale

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