Google, Facebook, Amazon e gli altri grandi del web saranno tenuti a rispettare nuove regole.
È entrato in vigore il Digital Markets Act (DMA), la nuova legge europea sui mercati digitali. Pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso ottobre, il provvedimento è ora in fase di attuazione. L’applicazione effettiva inizierà tra 6 mesi, dal 2 maggio 2023.
Il DMA ha l’obiettivo di garantire mercati digitali equi e aperti, favorendo concorrenza e innovazione e impedendo il monopolio delle grandi piattaforme. La Commissione europea, in collaborazione con le autorità degli Stati membri, sarà responsabile dell’applicazione delle norme.
Definire e monitorare i gatekeepers
La nuova legge definisce i criteri in base ai quali una piattaforma online può essere considerata un “gatekeeper”, cioè un fondamentale intermediario tra utenti commerciali e consumatori. Il DMA interessa le imprese che forniscono “servizi di piattaforma di base”. Tra essi rientrano i social media, la condivisione di video, i negozi di app, la messaggistica, i marketplace online e i motori di ricerca.
Per essere definita un gatekeeper, un’impresa deve realizzare un determinato fatturato annuo nello spazio economico europeo (See). Deve inoltre fornire servizi di piattaforma di base in almeno tre Stati membri dell’Unione.
Il secondo criterio si basa sull’utenza: fornire servizi ad almeno 45 milioni di utenti attivi su base mensile, stabiliti o situati nell’Unione. La piattaforma in esame deve poi avere almeno 10.000 utenti commerciali attivi su base annua, anch’essi stabiliti nell’UE.
L’ultima caratteristica di un gatekeeper è una posizione consolidata e duratura: la società deve aver soddisfatto il secondo criterio in ciascuno degli ultimi 3 anni.
Nei 2 mesi successivi all’applicazione del DMA, cioè non oltre il 3 luglio 2023, le imprese con queste caratteristiche devono notificare alla Commissione europea la propria posizione di gatekeeper. La notifica sarà valutata entro 45 giorni lavorativi: una volta designate come grandi intermediari online, le piattaforme avranno 6 mesi di tempo per conformarsi ai requisiti imposti dalla nuova legge.
Obblighi, divieti e sanzioni
Il DMA vieta ai gatekeeper di privilegiare i propri servizi o prodotti a scapito di quelli analoghi offerti da terzi. Non si può dunque impedire l’installazione di applicazioni concorrenti e deve essere garantita l’interoperabilità dei servizi. Gli utilizzatori finali, inoltre, devono essere liberi di disinstallare software preinstallati.
È vietato impedire o ostacolare l’interazione tra utenti commerciali e clienti al di fuori delle piattaforme. Inserzionisti e editori devono poter effettuare verifiche indipendenti dei messaggi pubblicitari. Non è consentito tracciare gli utenti senza il loro previo consenso e va garantito l’accesso ai dati generati dall’attività online.
In caso di infrazioni, la Commissione Ue potrà comminare sanzioni fino al 10% del fatturato mondiale di una società (20% in caso di recidiva). Nei prossimi mesi sono in programma una serie di seminari tecnici con i portatori di interessi per discutere l’applicazione e l’impatto del DMA sul settore digitale. Il primo incontro, incentrato sul divieto di fornire un trattamento favorevole ai propri prodotti e servizi, è previsto per il 5 dicembre 2022.
Articolo di F.L.