Prosegue la lotta del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria (DIE) contro la pirateria digitale. Sui propri canali social, il Dipartimento lancia dei dati preoccupanti riguardo l’impatto di questo fenomeno in Italia e in Europa.
La pirateria digitale è la fruizione illegale, attraverso internet, di contenuti protetti da copyright. Questi contenuti possono includere film, musica, libri, software, articoli di giornale e altro ancora.
Secondo i dati Fapav, riportati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 2022 la pirateria ha causato la perdita di quasi 10mila posti di lavoro. Inoltre, quest’ultima avrebbe causato un impatto negativo sul Pil pari a 716 milioni di euro, oltre a danni all’economia per 1,7 miliardi di euro. Il fenomeno avrebbe indirettamente creato un buco fiscale da 319 milioni di euro.
Nel solo 2022, in Italia si contano 345 milioni di atti di pirateria. La maggior parte riguarda la categoria audiovisiva. Il 35% degli episodi pirati riguarda i film, il 30% le serie tv e il 12% lo sport live. Da notare anche un’importante 23% riguardante i software.
Secondo lo studio dell’Unione europea sulla ‘Violazione del diritto d’autore online 2023’, la pirateria è aumentata del +3,3%, con il 48% delle violazioni concentrato nel settore televisivo.
Dal 2013 al 2023, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), con l’entrata in vigore del “Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore”, ha ricevuto complessivamente 4493 istanze, di cui 4475 per violazioni online. Queste violazioni riguardano in gran parte l’audiovisivo (58,16%) ma anche l’editoria (6,03%).
La nuova legge italiana del 14 luglio 2023 ha ampliato i poteri di AGCOM, permettendo la disabilitazione dell’accesso a contenuti piratati anche in diretta. I fornitori di servizi internet devono agire entro 30 minuti dalla notifica. In questo modo l’intervento sarebbe rapido ed efficace, proteggendo il lavoro di migliaia di persone.
Secondo i dati del DIE, grazie alla nuova legge si potrebbe migliorare un dato già di per sé incoraggiante. Infatti, risulta che il 49% dei fruitori pirata entrati in contatto con siti web oscurati abbia dichiarato di essersi convertito a fonti legali. L’auspicio del Dipartimento e del Garante è di migliorare questo dato e, come cita la campagna, dare un “calcio alla pirateria”.
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