L’Ue inizia a regolamentare i software generativi di Intelligenza Artificiale. Google rilascia Bard in 180 Paesi sfidando direttamente ChatGPT, ma in Europa resta non disponibile.
Lo scorso 11 maggio, il Parlamento Ue ha dato il primo via libera all’AIAct, al fine di regolamentare i software di Intelligenza Artificiale generativa. Nel frattempo Google ha lanciato Bard, la sua sfida a ChatGPT, disponibile in 180 Paesi, ma non nei Paesi dell’Unione.
Le finalità dell’AIAct
La decisione del Parlamento europeo di regolamentare l’IA è dovuta alla delicatezza della materia circa la raccolta di dati personali. Il fine del provvedimento è quello di rendere i software sicuri, sotto la supervisione umana.
Gli europarlamentari si sono espressi, anzitutto vietando l’utilizzo del riconoscimento biometrico in luoghi pubblici, il riconoscimento delle emozioni e la posizione in tempo reale.
È importante ricordare che non si tratti di censura, quanto piuttosto di regolamentazione al fine di, come ha dichiarato il Sottosegretario con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, “insegnare all’Intelligenza alcune regole per tutelare norme e comportamenti che fanno parte del nostro mondo”.
Google Bard: la situazione in Europa e Canada
Nel frattempo, Google ha lanciato Bard in 180 Paesi, aprendo direttamente la concorrenza a ChatGPT (ma anche a Bing!). Tra questi, non si annovera alcun Paese Ue, probabilmente a causa dell’interferenza con le leggi sulla privacy vigenti.
Allo stesso tempo, è venuta a crearsi una curiosa condizione per cui la piattaforma risulta disponibile sull’isola Bouvet, di competenza norvegese ma abitata solo da pinguini, in alcune altre zone della Norvegia (che fa parte dello Spazio Economico Europeo ma non è uno Stato membro dell’Ue) e nelle isole Aland della Finlandia.
Anche il Canada, presumibilmente per lo stesso motivo dell’Europa, non ha ancora accesso al nuovo software IA di Google, ma Big G non ha ancora dichiarato espressamente le cause di esclusione.