Le vendite dei quotidiani cartacei sono sempre più in calo e anche i dati del digitale non sono dei migliori.
Giacomo Lasorella, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), in un’audizione in Commissione Cultura sulla situazione attuale e le prospettive future dell’editoria, ha riportato alcuni dati sullo stato del settore editoriale.
Ogni 10 anni si dimezzano le copie vendute e il giornale come oggetto sarà, nel 2034, presente solo nell’1,5% dei nuclei familiari del nostro Paese.
Chi invece dimostra capacità di resistenza è il settore dell’editoria libraria, che nel 2023 ha visto un recupero e un superamento dei dati ante-Covid.
“Nel 1990 si vendevano 6,8 milioni di copie di quotidiani, copie che sono diventate 4 milioni nel 2003 e 2 milioni nel 2013”, ha dichiarato Lasorella.
Dal 2019, i ricavi complessivi dalla vendita di copie cartacee sono diminuiti del 25,5%. Tenendo in considerazione i dati del 2013, la riduzione è stata del 43,6%. Lasorella ha chiarito che “un andamento simile si registra anche per l’editoria periodica”.
Anche i dati riguardanti i ricavi delle versioni digitali dei quotidiani sono in diminuzione. Una delle ragioni è che “il valore pubblicitario rimane più basso della copia cartacea” perché la copia digitale è individuale.
La televisione è la fonte primaria di informazione per gli italiani, tuttavia, si sta registrando un calo anche in questo settore.
Altre fonti sono i giornali, che però sono più privilegiati dalla popolazione anziana.
Rispetto agli abbonamenti online, Lasorella ha dichiarato che meno del 7% degli italiani ne ha uno e “l’80% non appare intenzionato a sottoscriverli”. Questo dato è spiegato dal consolidamento di Internet e dei social media come strumenti per condividere notizie e opinioni.
Secondo Lasorella, quindi, è necessario revisionare la legge sull’editoria e, soprattutto, i criteri previsti dall’articolo 3 sui limiti alla concentrazione nella stampa quotidiana.
Il presidente dell’AGCOM ha spiegato che “la normativa relativa, attualmente connessa esclusivamente al parametro dei limiti di tiratura, dovrebbe essere riformata al fine di non trascurare la complessità ed eterogeneità delle modalità di diffusione e fruizione dell’informazione”.
È inoltre fondamentale che i nostri ordinamenti democratici trovino soluzioni valide “per assicurare un futuro a questa informazione”. Infatti, Lasorella ha affermato che, seppur la nostra democrazia potrebbe vedere un calo nella rilevanza dei giornali cartacei, comunque “non potrà privarsi di una informazione libera, autorevole, trasparente, responsabile, frutto del lavoro giornalistico qualificato e di una editoria libera e indipendente”.
Articolo di F.R.
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