Leggere gli articoli online accettando i cookie o pagando un abbonamento alla testata.
Questo il nuovo approccio dei giornali del Gruppo GEDI che da qualche giorno hanno inserito questa notifica prima della schermata contenente l’articolo.
Non è più possibile, quindi, accedere ai contenuti di questi siti gratuitamente: o si dà il consenso all’utilizzo dei propri dati personali per finalità promozionali o si paga per un abbonamento.
In qualche modo, quindi, è previsto un compenso per la produzione di contenuti informativi online.
I cookie e i dati degli utenti
La discussione sulla raccolta dati degli utenti ha interessato gli esperti di privacy già qualche tempo fa. I giornali utilizzano i cookie di terze parti per profilare dettagliatamente l’utente e vendere poi pubblicità basata sulle preferenze così da far pagare di più gli spazi agli inserzionisti. E quindi il guadagno per la testata è maggiore.
Lo spiega chiaramente anche il banner del gruppo GEDI, che dice: “I ricavi ottenuti dalla pubblicità personalizzata ci aiutano a supportare il lavoro della nostra redazione”.
In quest’ottica, quindi, si riconosce apertamente che i dati hanno un valore di scambio e che per questo motivo possono essere oggetto di un contratto.
Privacy e nuovi sviluppi
Vista la normativa ancora abbastanza nebulosa in materia, il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) ha fatto sapere già nella giornata di martedì scorso che la questione sarà affrontata molto presto e quindi potrebbero esserci novità già nel breve periodo.
“Negli ultimi giorni diverse testate giornalistiche on line, siti web e aziende operanti su Internet nel settore televisivo, hanno messo in campo sistemi e filtri, che condizionano l’accesso ai contenuti alla sottoscrizione di un abbonamento (il cosiddetto paywall) o, in alternativa, al rilascio del consenso da parte degli utenti all’installazione di cookie e altri strumenti di tracciamento dei dati personali (il cosiddetto cookie wall). L’Autorità, anche a seguito di alcune segnalazioni, sta esaminando tali iniziative alla luce del quadro normativo attuale, anche al fine di valutare l’adozione di eventuali interventi in materia”.