L’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, nel capitolo dedicato a “Comunicazione e media”, mostra un timido recupero nell’ultimo anno dell’editoria italiana. Infatti, la spesa per i libri è arrivata al +12,9%, mentre per i giornali è aumentata del +0,3%.
Gli italiani rivolgono i loro interessi verso le relazioni personali, tempo libero, ricerca del benessere quotidiano piuttosto che al lavoro: stanno cambiando gli obiettivi della nostra società.
L’informazione italiana sotto la crisi
Considerando il periodo 2007-2023 vediamo un tracollo del settore editoriale: tra libri e giornali, l’editoria ha subìto delle perdite di vendite e diffusione che toccano il -37,4%. Nell’ultimo anno, tuttavia, vediamo una lenta inversione di tendenza. Complessivamente, nel 2023 il settore editoriale ha recuperato il +4,6% tra libri e giornali.
Nel 2007 gli italiani lettori di quotidiani cartacei erano il 67%, mentre oggi si attestano al 25,4%. Un crollo del -3,7% in un anno e del -41,6% in quindici anni. Per i periodici le perdite sono contenute: -1,6% per i settimanali e -0,6% per i mensili.
L’inversione di tendenza si può vedere sui quotidiani online. Aumenta la quota di lettori online del +4,7% dal 2007 e diventa il 33% degli italiani. Sono comunque i siti di informazione generici che mantengono il primato di visite: il 58,1% degli italiani si informa attraverso questo canale, il +4,7% rispetto al 2007.
La crisi del settore dell’editoria, dal 2007 a oggi, rimane visibile: complessivamente, il 71,8% degli italiani giudica negativamente come l’informazione viene veicolata. Non emerge fiducia, ma piuttosto scetticismo verso la spettacolarizzazione degli eventi, timore di fake news, intenti propagandistici.
I lievi segni positivi del Rapporto Censis 2023 fanno tuttavia sperare in un rinnovato sentimento di fiducia verso la stampa italiana cartacea e online.
Articolo di T.S.