Quest’anno gli investimenti in pubblicità non sono cresciuti, mentre il futuro è incerto.
Lo anticipa UNA – Aziende della Comunicazione Unite, pubblicando le stime per il mercato pubblicitario relative al 2022 e al prossimo anno. I dati sono stati presentati in occasione dell’evento annuale “Comunicare Domani”, tenutosi all’Università Bocconi di Milano lo scorso 27 ottobre.
Il bilancio dell’anno corrente
Nel 2022 il mercato degli investimenti pubblicitari sui media chiuderà con un valore di circa 8.308 milioni di euro, registrando una flessione del -0,3% rispetto al 2021. Un calo rispetto alla stima diffusa da UNA a luglio, più positiva. Confrontando i valori del 2022 con il 2019, prima della pandemia di Covid-19, il bilancio complessivo del mercato torna positivo, al +2,2%.
Negli investimenti sui singoli mezzi, la pubblicità digitale registra una crescita del +2,5%. Andamento negativo per quotidiani e magazine, rispettivamente a -4,5% e -3,9%.
Per gli OTT sono particolarmente rilevanti le piccole e micro imprese, cioè gli investimenti detti “coda lunga”, pari a più del 50% del fatturato. Contando questi investimenti, il digitale supera ampiamente la televisione nella quota di mercato per mezzo, attestandosi al 46,6% contro il 38,7% della TV.
Le attese per il 2023
Graziana Pasqualotto, Vicepresidente di UNA, ha presentato le stime dell’andamento del mercato nel prossimo anno. “Il 2023 sarà all’insegna dell’incertezza”, ha dichiarato Pasqualotto, perché gli investimenti si muovono in un contesto difficile. Lo complicano la guerra, l’inflazione, il costo crescente dell’energia e delle materie prime. La recessione prevista per i prossimi anni non è ancora chiara nella sua entità e diffusione, e le stime del Pil continuano a variare.
UNA anticipa due fattori chiave per gli investimenti pubblicitari del 2023: l’assenza di eventi sportivi e l’ingresso di nuovi concorrenti sul mercato, come Netflix e Disney+.
Articolo di F.L.