Dopo aver delineato il quadro dell’editoria quotidiana cartacea, ecco i dati dell’Osservatorio sulle comunicazioni AGCOM relativi ai siti di informazione e alle piattaforme online.
Il grafico mostra che, nel mese di dicembre 2021, 44,6 milioni di utenti unici hanno navigato in rete. Con un totale di 59 ore di navigazione, in media, a persona.
Google, Facebook, Amazon e Microsoft restano ai primi posti nella graduatoria dei principali operatori online. I dati dimostrano che la maggior parte degli utenti attivi sul web naviga su siti o applicazioni di loro proprietà.
Mentre l’audience dei siti di informazione generalista, con 38,3 milioni di utenti unici, ha registrato un leggero incremento rispetto al corrispondente valore del 2020.
In particolare, il numero degli utenti unici dei principali siti di informazione ha raggiunto un picco proprio nel 2020, influenzato largamente dalla pandemia. Per questo, i valori dell’anno pandemico risultano essere poco attendibili al confronto con i dati attuali. Tuttavia, comparando i dati del 2021 con quelli del 2019, possiamo notare una crescita costante dell’utenza per le testate online come Fanpage o Citynews.
Piattaforme di audiovisivo
Per quanto riguarda l’andamento degli utenti unici delle piattaforme di contenuti audiovisivi online, i dati risultano superiori a quelli del 2020. Gli utenti sono cresciuti di 750 mila unità nel solo mese di dicembre, raggiungendo un totale di 16,4 milioni.
“Si evidenzia, inoltre, come nel 2021 l’andamento del tempo di navigazione sui principali siti di streaming video a pagamento sia stato mediamente pari a circa 44,2 milioni di ore mensili, in crescita del 4,5% rispetto al 2020 (anno caratterizzato dal “picco” di navigazione dovuto al lockdown nel trimestre marzo-maggio) e del 29,0% rispetto al 2019. Ciò si traduce, per l’intero anno 2021, con riferimento al numero di ore di navigazione in complessive 531 milioni di ore. Tali dati sembrano testimoniare come la fruizione di contenuti video online a pagamento stia entrando in modo strutturale nelle abitudini di consumo delle famiglie italiane.”, conclude AGCOM.