Poco più di 100 miliardi di risparmio previdenziale da investire. Questo il patrimonio accumulato dai contributi versati dai professionisti italiani nelle Casse previdenziali private e privatizzate.
Un investimento destinato a remunerare le prestazioni previdenziali della platea di circa 2 milioni di lavoratori italiani iscritti agli ordini professionali.
Il quadro di sintesi è stato presentato dal presidente di Covip (la Commissione di vigilanza sui Fondi pensione, che vigila anche sulle Casse), Mario Padula.
Le prime cinque Casse, Enpam, Cassa Forense, lnarcassa, Commercialisti, Enasarco, rappresentano i tre quarti dell’attivo totale del sistema. “Nell’aggregato, permangono divergenze, anche ampie, nelle attività e nelle dinamiche di crescita delle singole Casse di previdenza: le 5 casse di dimensioni più grandi detengono il 74,1% dell’attivo totale”, si legge nel comunicato Covip.
“Le Casse possono svolgere un’azione importante in materia di investimenti in un progetto di ampio respiro che abbia il proprio baricentro nella promozione della crescita del Paese come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), naturalmente sempre avendo riguardo, come pietra angolare del proprio operato, all’interesse degli iscritti in una prospettiva di carattere previdenziale”, ha spiegato il presidente Padula.
Le conseguenze del Covid
Il Covid, ovviamente, ha avuto i suoi effetti anche sul flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni. Nel 2020, infatti, si è attestato a 2 miliardi di euro rispetto ai 3,3 dell’anno precedente.
La pandemia ha particolarmente inciso sulla diminuzione delle entrate e sull’aumento delle uscite. Tre le Casse che rappresentano uno sbilancio preoccupante e tra di esse c’è anche l’INPGI (-212 milioni nell’esercizio 2020). Alla Cassa di previdenza dei giornalisti italiani si aggiungono anche quella dei Geometri (-88 milioni) e dei Consulenti del lavoro (-65 milioni).