Stati membri sostengono obiettivi del DSA ma chiedono delle modifiche

Il Digital Service Act prosegue il suo iter verso la votazione in Parlamento europeo, fissata per il dicembre 2021. 

Intanto, le delegazioni nazionali hanno inviato le loro osservazioni preliminari, come riporta l’ANSA, supportando in pieno gli obiettivi della nuova normativa che stabilisce regole di moderazione dei contenuti per piattaforme online, seppur proponendo alcune modifiche. 

Per adesso, infatti, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Irlanda, Polonia, Slovacchia, Svezia, Danimarca, Italia, Belgio, Austria e Spagna hanno inviato i propri commenti, mancano all’appello Germania e Francia. In particolare, il Lussemburgo sottolinea che il DSA dovrebbe lasciare poco spazio per l’introduzione di misure nazionali aggiuntive: “Qualsiasi flessibilità o clausola di apertura per gli Stati membri per derogare, specificare o integrare le regole del DSA minerebbe direttamente l’obiettivo dell’armonizzazione”, scrive la delegazione lussemburghese.

La Polonia, invece, nel proprio commento inviato all’Ue, mette in evidenza un’altra problematica: le piattaforme online nutrono pregiudizi nei confronti dei conservatori e, per questo, la legge sui servizi digitali dovrebbe “anche offrire la possibilità di emettere un ordine con l’effetto opposto, cioè l’ordine di ripristinare l’accesso ai contenuti”. La stessa Polonia sta elaborando proprio in queste settimane le proprie norme nazionali per la moderazione dei contenuti sui social, quindi, a maggior ragione, vuole un meccanismo di risoluzione delle controversie tra i paesi dell’Ue in caso di ordini di rimozione transfrontalieri.