Dopo la reazione minacciosa, ma non del tutto inaspettata, della scorsa settimana da parte di Facebook a danno dei media australiani, il social di Mark Zuckerberg cambia rotta.
La proposta di legge che potrebbe obbligare le piattaforme digitali a pagare i giornali per le news proprio non era andata giù al colosso della Silicon Valley che ha però, secondo DowJones, ottenuto una serie di rettifiche al disegno di legge. Tra le varie ci sarebbe la possibilità di richiedere un ulteriore round di negoziazioni con le società di media prima dell’avvio di un arbitrato vincolante, nonché un maggiore riconoscimento di eventuali accordi raggiunti in forma indipendente dalla società con gli editori.
Per questo Facebook ha garantito che ripristinerà le pagine di news sulla sua piattaforma nei prossimi giorni, dicendosi soddisfatta di aver raggiunto lo scopo, risolvendo così le sue più grandi preoccupazioni sulla proposta di legge australiana ampiamente monitorata a livello globale, in quanto potrebbe costituire un precedente importante per altri Paesi che ovviamente presentano le stesse problematiche di gestione degli OTT.
“Il governo ha chiarito che manterremo la capacità di decidere se far apparire le notizie su Facebook, in modo da non essere automaticamente soggetti a una negoziazione forzata”, ha detto in un comunicato Campbell Brown, vice presidente per le partnership sulle notizie di Facebook. “È sempre stata nostra intenzione sostenere il giornalismo in Australia e in tutto il mondo. Continueremo a investire sulle notizie in tutto il mondo e a opporci ai tentativi dei conglomerati mediatici di imporre delle cornici normative che non tengono conto dell’autentico scambio di valore tra editori e piattaforme come Facebook”.
La decisione di Facebook della scorsa settimana, oltre a creare un danno oggettivo ad editori ed utenti, ha attirato ancora di più l’attenzione sul crescente dominio sul mercato del colosso dei social.