Le industrie creative e culturali europee hanno inviato una lettera ai membri del Parlamento europeo, all’esecutivo della Commissione e ai rappresentanti degli Stati membri chiedendo un supporto contro le pratiche scorrette dell’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA).
L’obiettivo della lettera, firmata dall’Italia, è chiaro: lo scopo è “implementare significativamente l’AI Act per abilitare i creatori e produttori ad esercitare e rafforzare i loro diritti nel momento in cui si arriva alla fagocitazione e alla copiatura di materiale protetto da copyright per l’addestramento di modelli di IA”.
Le richieste espresse nella lettera
La lettera non si presenta come una critica all’AI Act, una regolamentazione partita con una proposta il 21 aprile 2021 e adottata dopo 2 di perfezionamenti a maggio 2024. Bensì come un vero e proprio appello per introdurre clausole più stringenti per fermare l’uso non autorizzato di opere tutelate da copyright.
Si necessita di implementare questo ambito in primis per tutelare le opere e i loro autori ma anche per addestrare le Intelligenze Artificiali nel rispetto della privacy, dei dati e dei diritti di autore. In mancanza di questi fondamenti del campo dell’industria culturale, si rischia di danneggiare un intero settore economicamente e soprattutto di non garantire la diversità culturale, la libertà di espressione e il pluralismo.
Opportunità di sviluppo e tutela
L’AI Act potrebbe essere una nuova opportunità per regolare questo aspetto, riportando equilibrio economico e culturale. Non si richiede la limitazione dell’IA, quanto piuttosto la necessità di affrontare il problema di tali pratiche scorrette. Per questo motivo, le aziende chiedono la realizzazione di un “mercato delle licenze sano e sostenibile” che possa incoraggiare l’innovazione responsabile di IA nel settore.
Per questo le industrie creative e culturali si uniscono e chiedono “il continuo supporto” dei legislatori per tradurre i principi dell’AI Act “in misure concrete nella prossima fase di attuazione per garantire un quadro equo e giusto, in cui l’innovazione dell’intelligenza artificiale nell’Ue salvaguardi e rafforzi anche le industrie culturali e creative”.
Articolo di T.S.