Unione Europea

AI Act, l’Ue trova l’accordo per la prima legge sull’IA

Dopo più di 36 ore di negoziato, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto l’accordo sull’AI Act. La legge in questione è la prima al mondo che affronta in maniera complessiva il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA).

“Storico! L’Ue diventa il primo Continente a stabilire regole chiare per l’utilizzo dell’IA. L’AI Act è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’Ue per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale”, ha commentato su X il Commissario europeo, Thierry Breton. “Il meglio – ha promesso- deve ancora venire!”.

Il punto più concitato del negoziato ha riguardato l’utilizzo dei riconoscimenti biometrici da parte delle forze dell’ordine. Alla fine il Parlamento e il Consiglio hanno trovato un accordo che ha soddisfatto tutte le parti in causa.

L’Authority europea

Il sistema di mitigazione dei rischi è al centro dell’impianto normativo dell’AI Act. In questo senso si è istituito un AI Office a Bruxelles, con il compito di supervisione e un proprio budget. Si tratta di un “ufficio forte, con un’autonomia funzionale” come lo descrive il relatore del Parlamento, Brando Benifei, che parla di “accordo storico, frutto del lavoro di una grande squadra”.

I singoli Paesi dovranno avere un’Authority indipendente oppure dovranno affidare la vigilanza dell’IA a un’Autorità già esistente.

Tutela contro i contenuti “deep fake”

L’AI Act contiene, oltre a normative sulla privacy e sui diritti individuali, nuovi limiti sulla produzione e distribuzione in rete dei “deep fake”. In questo senso, la tutela del copyright gioca un ruolo fondamentale. Viene imposta dalla norma la cosiddetta filigrana digitale (watermarking), una stringa che avverte che i contenuti sono generati dall’IA.

Inoltre, per quanto riguarda il copyright, non sarà possibile utilizzare contenuti per alimentare i chatbot (come ChatGPT) se l’autore avrà richiesto il non impiego di quelli su cui detiene i diritti.

Richiesta di trasparenza per le Big Tech

Le grandi società tech dovranno garantire e certificare qualità e trasparenza di algoritmi e dati. Le aziende dovranno fornire riassunti sufficientemente dettagliati dei servizi utilizzati.

La scelta è in garanzia del rispetto del diritto d’autore, della creatività e del lavoro delle industrie culturali. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha parlato di “passo significativo nello sviluppo AI incentrato sull’uomo”.

A.V.

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