Twitter chiude 70.000 profili in USA, – 73% di contenuti legati alla teoria di frodi elettorali

L’assalto dello scorso 6 gennaio a Capitol Hill ha scatenato numerose polemiche, soprattutto in relazione al ruolo dei social network

Le piattaforme social, negli anni, sono state il luogo di ritrovo ideale per la nascita e lo sviluppo di haters, leoni da tastiera, camere d’eco e polarizzazione politica e sociale. 

Molti studi hanno poi portato alla luce dati allarmanti: i social risultano essere il primo veicolo di disinformazione e fake news, alimentate da teorie del complotto. 

La chiusura, da parte di Twitter, del profilo social di Donald Trump, dopo i fatti del 6 gennaio, ha smosso gli animi, quantomeno per ciò che concerne la libertà di espressione ed il ruolo che i social network occupano sempre più stabilmente nelle vite di tutti i cittadini. 

Ma, secondo uno studio della Zignal Labs condotto per conto del Washington Post, le teorie del complotto e tutti i forum e i profili ad essere collagati, sono crollate dopo il ban di Trump. I contenuti legati alla teoria di improbabili frodi elettorali negli Stati Uniti sembrano essersi ridotti del 73% dopo l’allontanamento dell’ex Presidente degli USA e di molti seguaci dell’estrema destra americana da Twitter.

Gli esperti, in ogni caso, dicono che le comunità probabilmente si riprenderanno, un nuovo sito web ha già sostituito TheDonald.win, anche se con un focus un po’ più ampio. 

Il numero di tweet da questi account è quasi raddoppiato il giorno dell’assedio prima di diminuire drasticamente quando Twitter ha bandito Trump due giorni dopo. È diminuito ulteriormente dopo che Twitter ha chiuso più di 70.000 account pochi giorni dopo e il contenuto degli account principali di QAnon è diminuito di oltre il 70%, ha rilevato Graphika.

Il dato, di per sé, mostra qualcosa che va molto oltre al crollo delle teorie complottiste portate avanti dai sostenitori trumpiani. Mostra più che altro la situazione pericolosa e a volte paradossale che si viene a creare sui social network, camere d’eco così ben strutturate da inglobare periodicamente sempre più persone, rendendo la disinformazione una costante, ma soprattutto spingere le persone a passare ai fatti, tanto diventano potenti le assurde convinzioni.